video suggerito
video suggerito

Da Eros Ramazzotti a Mahmood: a Sanremo vincono le periferie di un’Italia che cambia

Mahmood, nome d’arte di Alessandro Mahmoud, ha vinto il 69esimo Festival di Sanremo. Il cantante è nato al Gratosoglio, periferia Sud di Milano: il suo trionfo è arrivato proprio nel giorno in cui si è celebrata la vittoria di un altro “ragazzo di periferia”, Eros Ramazzotti. Al Festival vincono le storie delle periferie di un’Italia che cambia, nonostante le critiche di chi sembra vivere fuori dal tempo.
A cura di Francesco Loiacono
553 CONDIVISIONI
Mahmood, vincitore del Festival di Sanremo 2019 (LaPresse)
Mahmood, vincitore del Festival di Sanremo 2019 (LaPresse)

Nella serata in cui si è celebrata la vittoria del Festival di Sanremo 1986 di Eros Ramazzotti con la canzone "Adesso tu", quella che iniziava con la famosa strofa "Nato ai bordi di periferia", ha vinto un altro "cantore" delle periferie italiane. Da Roma Labaro a Milano Gratosoglio: Mahmood, nome d'arte di Alessandro Mahmoud, ha vinto il Festival di Sanremo 2019 con un brano, "Soldi", in cui il termine "periferia" è la seconda parola in assoluto. Se il contesto, le periferie, è lo stesso, naturalmente cambiano i temi affrontati: ed è un bene, perché questo testimonia come l'Italia sia cambiata nel giro di oltre trent'anni e non sia rimasta indietro.

Video thumbnail

Chi critica Mahmood per l'italianità è rimasto indietro a decenni fa

Indietro come chi ha criticato la vittoria di Mahmood in quanto, a detta loro, sarebbe un "immigrato" o comunque non un "italiano doc". Polemiche che ricordano quelle del 1996 quando Denny Mendez vinse Miss Italia. Basterebbe ricordare questa vicenda, e sottolinearne l'anno, per qualificare chi si appiglia alle origini italo-egiziane di Mahmood per metterne in dubbio la vittoria. Probabilmente queste persone (Matteo Salvini in testa), non si fanno un giro nelle periferie (e non solo) di Milano e altre città d'Italia da troppo tempo. Anzi, viene il sospetto che non vivano proprio in Italia. A Milano uno dei locali più gettonati della movida, il Chinese Box in zona Moscova, è gestito da ragazzi di origine cinese che sembrano meneghini doc nella parlata, nello stile e nei modi. Nelle scuole della città crescono e studiano ragazzi di differenti origini, ma tutti indiscutibilmente italiani. A Palazzo Marino c'è una consigliera comunale col velo islamico. Ma potremmo anche ricordare come in Senato, tra le file della Lega, sieda Toni Iwobi, primo senatore di origini africane d'Italia. Tutti indiscutibilmente italiani: cosa importa specificare se di prima, seconda, terza generazione? Fino a quando – da una parte politica e dall'altra, è bene specificarlo – si continueranno a usare le origini di un cittadino italiano in maniera strumentale? Bene ha fatto il sindaco di Milano Beppe Sala a cercare di ricondurre la vittoria di Mahmood a quello che è stata: il trionfo di un ragazzo della periferia di una metropoli italiana. "Con te ha vinto Gratosoglio, Milano e l'Italia", ha detto il sindaco.

553 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views