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Covid 19

Coronavirus, quella soglia dei 1000 morti in Lombardia e l’importanza che non rimangano solo numeri

Oggi la soglia psicologica dei mille morti nella sola Lombardia è stata superata. Si tratta di una cifra enorme, che deve rattristare, ma al tempo stesso deve far paura ed essere da monito. Dietro ogni numero c’erano persone, che lasciano famigliari, amici, affetti. Ogni numero in più è una sconfitta: ogni numero in più è ulteriore dolore. A noi tutti il compito, stando a casa, di fare arrestare questa conta.
A cura di Francesco Loiacono
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La progressione dei contagi da Coronavirus purtroppo lo lasciava intravedere già da giorni, ma oggi la soglia psicologica dei mille morti nella sola Lombardia è stata superata. Sono 1218 le vittime ad oggi, domenica 15 marzo. Si tratta di una cifra enorme, che deve rattristare, ma al tempo stesso deve far paura ed essere da monito. Le misure restrittive applicate, più o meno pedissequamente, solo a partire dalla scorsa domenica in Lombardia (due sabati fa ci ricordiamo ancora i Navigli pieni di gente la sera e le piste da sci affollate) non hanno ancora prodotto i loro risultati. Lo faranno, se saranno rispettate da tutti, solo a partire dalla fine della prossima settimana: giovedì sarà la giornata clou, secondo quanto ha affermato oggi l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera.

Dietro ogni cifra c'è una persona, ogni numero in più è ulteriore dolore

Nel frattempo, purtroppo, ci sono i numeri che avanzano: numeri che però non sono solo cifre, numeri dietro i quali si celano persone. Dal signor Mario, 70enne deceduto all'ospedale di Ponte San Pietro, all'ispettore di polizia Sandro Colonna, morto a Brescia a 59 anni. Dal sindaco di Cene Giorgio Valoti all'architetto Vittorio Gregotti. Ognuno dei oltre mille morti per Coronavirus in Lombardia (e in Italia), che fosse famoso oppure no, ha dietro di sé una storia: lascia affetti, famigliari, amici sconvolti da una perdita causata dal Covid-19. "Tu non eri sacrificabile, eri una risorsa per ben tre famiglie", ha scritto in una commovente lettera il figlio di una delle vittime. È la risposta più toccante per chi pensa che a morire siano solo anziani (e non è comunque così). Ed è anche un monito affinché nessuno si assuefaccia alla triste "conta dei morti", che continuerà purtroppo anche nei prossimi giorni fino a quando non terminerà questa estenuante battaglia con un nemico così infido e invisibile. Ogni numero in più è una sconfitta: ogni numero in più è ulteriore dolore. A noi tutti il compito, stando a casa, di contribuire ad arrestare questa conta.

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