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Coronavirus, “chiudere attività non essenziali in Lombardia”: appello di Confcooperative e Legacoop

I presidenti della Confcooperative e della Legacoop della Lombardia, Massimo Minelli e Attilio Dadda, hanno scritto al governatore lombardo Attilio Fontana per chiedere “la chiusura delle attività non essenziali e l’attivazione delle zone rosse nei terrori a rischio” per via dell’epidemia di Coronavirus. Il governatore ha però chiarito: tutte le decisioni in merito “possono essere prese solo a livello governativo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Anche la Confcooperative e la Legacoop della Lombardia si accodano a chi chiede ulteriori misure restrittive in Lombardia per contenere i contagi da coronavirus, che non accennano a diminuire. I due presidenti Massimo Minelli e Attilio Dadda hanno scritto al governatore Attilio Fontana per chiedere "la chiusura delle attività non essenziali e l’attivazione delle zone rosse nei terrori a rischio". Minelli e Dadda criticano la linea prevalsa fino a questo momento di mantenere aperte tutte le attività produttive, ritenuta inefficace soprattutto "nelle aree dove il contagio è in crescita". Da qui la richiesta di ripristinare "blocchi e zone rosse dove i focolai stanno mettendo in ginocchio la tenuta sanitaria, sociale ed anche economica delle comunità locali".

Consapevoli del sacrificio, ma persone e salute vengono prima di tutto

Il mondo della cooperazione in Lombardia "rappresenta l’8 per cento del Pil, impiega più di 130.000 persone, 26.000 delle quali ferme a causa del Coronavirus", hanno scritto i due presidenti, che hanno sottolineato come la cooperazione sociale stia "continuando con i suoi operatori, medici e infermieri a lavorare a mani nude per i più fragili, anziani, disabili, minori, perché nessuno oggi sembra poterci garantire la fornitura di dispositivi di sicurezza", una denuncia che il presidente Dadda aveva fatto alcuni giorni fa anche in un'intervista a Fanpage.it. "Per noi le persone e la loro salute vengono prima di tutto, questi valori non si negoziano – affermano Minelli e Dadda -. Siamo consapevoli del sacrificio, ma convinti che senza una stretta, il contrasto al contagio si allungherà nei tempi e soprattutto nei costi sociali, la ricostruzione e la ripresa economica sarà procrastinata".

Fontana: Decide il governo

Anche il governatore Fontana si è detto più volte favorevole a un'ulteriore stretta rispetto alle misure di contenimento fin qui adottate dal governo. Tutte le decisioni in merito, ha però chiarito Fontana in un'intervista al Tgr Lombardia, "possono essere prese solo a livello governativo, anche dal punto di vista giuridico a me manca quel potere precettivo che è alla base di queste decisioni".

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