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Corona aggredito al boschetto di Rogoredo: “Mi tenevano in 4 e uno mi puntava il coltello”

Fabrizio Corona ha raccontato al personale del 118 l’aggressione subita ieri sera al “boschetto della droga” di Rogoredo, alla periferia di Milano: “Mi tenevano in quattro e uno mi puntava il coltello: chissà perché non mi ha dato una coltellata”. In mattinata nella zona c’è stato l’ennesimo blitz dei carabinieri: era già stato deciso da tempo e non ha nulla a che fare con l’aggressione all’ex re dei paparazzi.
A cura di Francesco Loiacono
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Fabrizio Corona medicato sul posto (Foto dal suo profilo Instagram)
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"Mi tenevano in quattro e uno mi puntava il coltello: chissà perché non mi ha dato una coltellata". Così Fabrizio Corona ha raccontato agli operatori del 112 l'aggressione di cui è stato vittima ieri sera al "boschetto della droga" di Rogoredo, alla periferia Sud di Milano. Il 44enne ex re dei paparazzi stava cercando di documentare lo spaccio di droga in una delle zone più "calde" della Lombardia, il bosco che si trova in via Sant'Arialdo, vicino alla stazione ferroviaria di Rogoredo. Corona era assieme a una troupe che lavora per la trasmissione "Non è l'arena" di Massimo Giletti, in onda su La7: il servizio, o almeno ciò che la troupe di Corona è riuscita a riprendere, dovrebbe andare in onda domenica sera. Nella concitata fuga seguita all'aggressione, difatti, Corona e altri collaboratori avrebbero smarrito il telefonino e altre apparecchiature. Di certo però qualcuno con uno smartphone c'era: il racconto di quanto accaduto è stato infatti filmato e postato sul profilo Instagram di Corona, ormai una sorta di "real tv" che mostra praticamente ogni aspetto della vita del 44enne catanese da quando, a febbraio, è uscito dal carcere di San Vittore ottenendo l'affidamento terapeutico per disintossicarsi dalla cocaina.

In mattinata l'ennesimo blitz dei carabinieri al boschetto della droga

"Mi sono recato al Bosco di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio italiano, dove anche la polizia si rifiuta di entrare – aveva scritto su Instagram Corona spiegando il motivo della sua presenza a Rogoredo – Mentre le uniche inchieste realizzate sono state fatte di giorno da giornalisti accompagnati da polizia di scorta a circondare la zona io mi sono recato lì solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce l'Italia e la povera gente che vede uno stato inerme e una polizia disinteressata". Il racconto di Corona, come spesso accade, è in realtà piuttosto "forzato" e romanzato: perché le forze dell'ordine nel "boschetto della droga" di Rogoredo sono entrate eccome: l'ultimo di numerosi blitz è stato effettuato proprio questa mattina dai carabinieri. Si tratta di un'operazione programmata da tempo e concordata con la prefettura nell'ambito di una nuova strategia per cercare di eradicare lo spaccio in un'area in cui va avanti da almeno venti anni.

Corona ai soccorritori: Chissà perché non mi hanno accoltellato

Nell'aggressione Corona avrebbe riportato lievi contusioni e qualche graffio, questi ultimi "perché siamo caduti nei rovi", come ha spiegato lo stesso 44enne agli operatori del 118. Nel riportare l'accaduto Corona si è soffermato sul momento probabilmente più drammatico dell'aggressione, e cioè quando è stato messo spalle a terra con un coltello davanti: "Io ho fatto sei anni di galera, questi qui li conosco e ci mettono un attimo ad accoltellarti – ha detto – chissà perché non me l'hanno data, è stato pazzesco". Nonostante la serata decisamente movimentata Corona non ha sporto denuncia, anche se secondo uno dei suoi avocati in questo caso "è automatica". In effetti pare che la procura procederà comunque d'ufficio per accertare quanto accaduto.

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