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Covid 19

Comune Bergamo: “Non siamo più il lazzaretto d’Italia, la Regione dica quanti sono i positivi ora”

“Non è normale che Bergamo debba ancora passare per il lazzaretto d’Italia. E vogliamo sapere dove avvengono i decessi che vengono comunicati”. Dopo la replica della Regione Lombardia all’accusa del sindaco Gori di aver “secretato” i dati dei decessi da Covid-19 per provincia, Palazzo Frizzoni rilancia e replica: “Conoscere il dato dei positivi comune per comune è fondamentale: perché regioni come il Veneto e l’Emilia-Romagna lo fanno e noi no?”.
A cura di Francesco Loiacono
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Nuovo capitolo della querelle tra il Comune di Bergamo e la Regione Lombardia sui dati relativi all'epidemia di Covid-19 diffusi dalla giunta guidata da Attilio Fontana. Tutto era nato con una serie di tweet pubblicati in mattinata dal sindaco Giorgio Gori, in cui il primo cittadino aveva accusato Palazzo Lombardia di aver secretato i dati dei decessi per Coronavirus suddivisi per provincia "da quando abbiamo segnalato che i decessi reali erano molti di più di quelli ‘ufficiali'". Il sindaco aveva poi aggiunto: "Neppure i dati sui guariti vengono più comunicati, e sì che sarebbero importanti per capire che oggi le persone ammalate sono poche". In un terzo tweet Gori aveva completato il quadro, spiegando che la Regione non comunica "neanche i dati dei positivi Covid divisi per singolo comune" e che "il tema non è nuovo".

La replica della Regione Lombardia era arrivata a stretto giro: "Quanto scrive il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, non corrisponde al vero ed è privo di qualsiasi fondamento. La diffusione dei dati relativi al Coronavirus da parte di Regione Lombardia verso le autorità sanitarie e verso i mezzi di informazione non è cambiata e continua a essere la stessa. Sostenere, per alimentare la polemica politica e senza alcun riscontro veritiero, che la Regione ‘secreti' i dati non
fa onore a chi rappresenta le Istituzioni".

Il Comune: Dal 26 aprile rimossi tutti i dati

Ma il Comune di Bergamo non ci sta, e contattato da Fanpage.it conferma le accuse del sindaco, precisandole: "Fino al 26 aprile sul sito della Regione era disponibile una mappa interattiva collegata a un dataset, che riportava i dati aggiornati provincia per provincia e comune per comune – spiegano da Palazzo Frizzoni -. Poi la Regione si è accorta che alla mappa era collegato un dataset e l'ha tolta". In effetti, la mappa interattiva era stata lanciata il 12 marzo da Palazzo Lombardia come strumento per controllare, giornalmente, l'andamento dell'epidemia. In un primo momento riportava i dati del contagio Comune per comune, ma il dataset a cui era collegata conteneva dati sensibili che non potevano essere diffusi e, dal 26 aprile, sono stati rimossi, lasciando la mappa con gli stessi macrodati (il totale dei casi in regione, il totale dei decessi e il totale dei positivi dall'inizio della pandemia per provincia) che vengono comunicati dalla Regione attraverso i suoi bollettini.

Non è normale che Bergamo debba ancora passare per il lazzaretto d'Italia

Altri dati, come i decessi per provincia di cui parla Gori, in effetti non sono mai stati comunicati ufficialmente dalla Regione. Ma "mentre prima ancora si riusciva a ottenerli in via ufficiosa attraverso qualche fonte interna, come hanno fatto molti giornalisti locali, adesso questo non è più possibile", dicono dal Comune, che spiega così il senso delle parole di Gori. Alle obiezioni sulla privacy, dietro cui si trincera la Regione, da Palazzo Frizzoni rispondono: "Possiamo capire che i dati dei defunti comune per comune non si possano dare perché in un piccolo paese si capirebbe che una persona è deceduta per Covid. Ma il dato dei positivi comune per comune è fondamentale: perché regioni come il Veneto e l'Emilia-Romagna lo fanno e noi no? Non è normale che Bergamo debba ancora passare per il lazzaretto d'Italia con oltre 13mila positivi, quando il dato che loro hanno è da febbraio in avanti, cioè di quello di tutti i positivi, e non sappiamo invece quanti sono i positivi in città ora. E inoltre vogliamo sapere dove avvengono i decessi che vengono comunicati".

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