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Comunali Milano 2016, confronto tra Sala e Parisi: frecciate e accuse al teatro Parenti

Acceso faccia a faccia tra i due candidati a sindaco di Milano Beppe Sala e Stefano Parisi. Al teatro Parenti i due candidati di centrosinistra e centrodestra si sono confrontati sulle loro rispettive idee per Milano, tra frecciate sul rispetto reciproco e accuse su candidati discutibili e le rispettive coalizioni.
A cura di Francesco Loiacono
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La campagna elettorale per le Comunali milanesi si avvia ormai verso la conclusione e il clima si fa sempre più teso. Ed è in questo contesto che questo pomeriggio al teatro Franco Parenti di Milano si è svolto un confronto tra i candidati sindaco di centrodestra e centrosinistra Stefano Parisi e Beppe Sala. Un incontro organizzato dal quotidiano Il Foglio, il cui direttore Claudio Cerasa ha fatto da moderatore: ruolo che ha dovuto svolgere con fermezza soprattutto per tenere a bada il pubblico del Parenti, diviso (com'era naturale che fosse) in due diverse fazioni.

Botta e risposta sul confronto saltato in Rai

I due candidati, d'altra parte, non hanno fatto nulla per evitare che i toni dello scontro si alzassero, non rinunciando a frecciatine e vere e proprie accuse sul tema della correttezza (o scorrettezza) reciproca. Ha iniziato Parisi, rimproverando Sala per aver scritto che il candidato di centrodestra si sarebbe rifiutato di partecipare a un confronto in Rai: "Come ti è venuto in mente di scrivere sulla tua pagina Facebook che io mi sono rifiutato di fare il confronto in Rai? – ha detto Parisi -. Sei tu che hai sempre rifiutato i confronti e poi mi arriva la convocazione della Rai. I confronti si concordano insieme. Il tema è quello del rispetto degli avversari". Fredda e secca la risposta di Sala: "I nostri staff si stanno accordando, io non scendo sotto questo livello di polemica".

Scintille anche sui candidati neofascisti e islamici

Durante il confronto sono stati affrontati due temi che hanno già fatto registrare scintille tra i due grandi avversari alle prossime Comunali (l'ultimo sondaggio continua a dare Sala in vantaggio al ballottaggio, ma Parisi ha recuperato molto terreno sul competitor): la presenza nelle liste elettorali di alcuni personaggi discutibili (da una parte il neofascista Stefano Pavesi, candidato al municipio 8 per la Lega, dall'altra l'islamica Sumaya Abdel Quader, considerata radicale dal centrodestra) e la costruzione stessa delle coalizioni politiche che sostengono i due candidati: "Non mi guarderei allo specchio se avessi un alleato come Salvini – ha affermato Sala – da milanese faccio fatica a gestire questo livello di arroganza verbale", ha proseguito ricordando i diversi insulti ed epiteti utilizzati dal leader del Carroccio nei confronti del Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e al Papa. Parisi ha replicato: "Sono orgoglioso della mia coalizione e credo che in tutte, anche nel centrosinistra, c’è una parte più radicale e una più moderata. Sala dovrà fare un accordo con la sinistra estrema dopo il ballottaggio, che poi porterà a delle fratture", ha ribattuto, affermando che nel centrodestra vige un clima di unità. Affermazione che però stride con le recenti polemiche tra Parisi e Salvini in tema di unioni civili.

Cappato: "Se la cantano e suonano tra loro"

Alla fine l'impressione che è emersa dall'acceso confronto è che, al netto delle battutine sulla presunta similitudine dei due manager in corsa per Palazzo Marino, la distanza tra i due sia palpabile e anche netta, e che sottintenda a due idee di Milano molto diverse tra loro. Impressione che un altro candidato a Palazzo Marino, il radicale Marco Cappato, rigetta con ironia: "I due manager parastatali all'italiana (ufficialmente ‘uomini del fare') se la cantano e se la suonano tra loro", ha scritto su Twitter commentando il confronto.

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