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Como, un indagato per la morte del 22enne Gaetano Banfi: è l’automobilista che chiamò i soccorsi

Un uomo di 31 anni è stato iscritto nel registro degli indagati al termine delle indagini relative alla morte di Gaetano Banfi, il 22enne investito e ucciso lo scorso 20 ottobre in via Clemente XII a Como. Si tratta della stessa persona che aveva allertato i soccorsi, e che adesso è accusato di omicidio stradale, omissione di soccorso e calunnia.
A cura di Luca Giovannoni
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Gaetano Banfi
Gaetano Banfi

Dopo circa due mesi e mezzo si sono chiuse le indagini relative alla morte di Gaetano Banfi, il 22enne ucciso lo scorso 20 ottobre in via Clemente XII a Como. I detective della squadra mobile di Como, dopo aver individuato l'auto che ha investito il ragazzo, sono riusciti a ricostruire l'intera vicenda grazie a un meticoloso lavoro di inchiesta che ha portato all'iscrizione di un uomo di 31 anni di Casnate con Bernate nel registro degli indagati. Si tratta della stessa persona che aveva allertato i soccorsi intorno alle 5.44 di notte, ma da quanto si evince dalle ricostruzioni sembrerebbe che sia proprio il 31enne, ora accusato di omicidio stradale, omissione di soccorso e calunnia, il responsabile della morte di Banfi, trovato senza vita al momento dell'arrivo dei soccorsi sul luogo dell'incidente.

Le indagini della squadra mobile

Gli inquirenti hanno svolto un'intensa attività d'indagine nel corso di questi mesi, servendosi delle videocamere di sorveglianza nella zona intorno a cui si è verificato l'incidente. Le immagini registrate hanno evidenziato dei movimenti sospetti da parte dell'automobilista di 31 anni iscritto al registro degli indagati, che, tra le 5.20 e le 5.44, avrebbe percorso per tre volte la rampa su cui è avvenuta la tragedia. Secondo le ipotesi degli investigatori il 31enne avrebbe urtato Gaetano attorno alle 5.30, ora in cui viene fatto risalire il decesso, per poi allontanarsi senza prestare il dovuto soccorso. Durante i mesi di indagine l'uomo era stato anche interrogato e chiamato a riferire sui fatti, ma ha sempre negato di aver investito il ragazzo restando fedele alla sua versione originale: non aver fatto altro che aver chiamato i soccorsi dopo avere visto il corpo esangue di Gaetano riverso a terra. Adesso l'uomo dovrà probabilmente rispondere davanti a un giudice delle accuse per cui è indagato.

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