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Clima impazzito, nel 2014 record di fulmini in Lombardia: oltre 70mila

Lo dice il Sirf (Sistema italiano di rilevamento fulmini): mai così tante saette dal 1996, anno nel quale ha iniziato ad archiviare i suoi dati. La responsabile scientifica: “La sensazione è che possa essere conseguenza inevitabile del surriscaldamento della Terra”.
A cura di Francesco Loiacono
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Non bastava il novembre più piovoso e più caldo della storia. Il clima impazzito con cui sempre più spesso bisogna fare i conti fa registrare un altro record, di certo non invidiabile, alla Lombardia: secondo il Sirf (Sistema italiano di rilevamento fulmini), nel 2014 sulla regione si sono abbattute oltre 70mila saette: un primato dal 1996, anno nel quale il Sirf ha iniziato ad archiviare i suoi dati. E, affermano gli esperti, potrebbe non essere ancora finita. Sebbene i fenomeni in questione siano infatti associati ai mesi più caldi, e ai conseguenti temporali, anche in quest'autunno si sono registrati numeri mai visti primi. Una tendenza – a ottobre ci sono stati 3.133 fulmini in Lombardia, il doppio del 2013, e a novembre 515 saette contro le 214 dell'anno precedente – che fa essere cauti: l'anno non è ancora terminato.

Record di fulmini in Lombardia: i numeri

I cinque tecnici e ingegneri che in una stanza del Cesi (Centro elettrotecnico sperimentale italiano) di via Rubattino monitorano i fulmini caduti su tutta Italia, nel 2014 hanno avuto molto da fare. In Lombardia è caduto il doppio delle saette rispetto al 2013, con punte eccezionali di attività elettrica nei cieli in provincia di Bergamo (172 fulmini a novembre contro una media di 57), di Brescia (618 fulmini a ottobre contro una media di 249) e di Pavia (90 a novembre, media di 23). "Da noi i fulmini in autunno e inverno sono un'anomalia – spiega al Corriere il fisico Marina Bernardi, responsabile scientifico del Sirf -. In genere in ottobre e novembre se ne vedono tanti al Sud ma non in Lombardia". Tra le giornate record per il numero di saette, invece, ci sono state proprio il 13 ottobre, il 16 e 17 novembre.

Tra i motivi che possono aver portato a quest'anno eccezionale, l'alta temperatura e l'elevata umidità che si sono protratte oltre l'estate. Il mese più esposto al rischio fulmini, comunque, è sempre uno estivo: a luglio ne sono caduti 20mila, quasi tutti tra le 15 e le 16, orario più pericoloso. In provincia di Brescia il numero più alto (16.608), così come a Bergamo (10.125). "La zona dei laghi e delle Prealpi è una delle cinque più colpite d’Italia, con una densità di oltre sei fulmini per chilometro quadrato all’anno", dice Bernardi. Che, alla fine, espone una sua teoria: "Non abbiamo dati sufficienti per dimostrarlo, ma la sensazione è che l'aumento dei fulmini possa essere la conseguenza inevitabile del surriscaldamento della Terra".

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