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Opinioni

Città metropolitana Milano, Lega Nord all’attacco di Pisapia (e dei meridionali)

Il primo Consiglio Metropolitano del Milanese parte con l’attacco dei leghisti al sindaco di Milano e la protesta silenziosa di un gruppo di lavoratori precari di quella che una volta era la Provincia.
A cura di Ester Castano
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Anno zero per la Città Metropolitana: si è svolta questa mattina a Palazzo Isimbardi il primo Consiglio Metropolitano. Eletto lo scorso 28 settembre, il nuovo Ente ha iniziato oggi la prima fase di costituzione dello Statuto che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2015: composto da 24 membri di diverso colore politico scelti da e tra sindaci e consiglieri comunali con voto ponderato, dal nuovo anno subentrerà alla Provincia di Milano assumendone patrimonio, personale e funzioni.“La città metropolitana è l’occasione che Milano e i comuni dell’area milanese hanno per attivare un positivo dualismo fra città e paesi limitrofi, trasformando le specificità di ciascuna singola comunità in ricchezza”, ha dichiarato il sindaco di Milano, comune capofila: a Giuliano Pisapia è assegnato infatti il ruolo di presidente, scelta aspramente criticata dalla Lega Nord. La mancanza di suffragio universale nella scelta del comune capofila e dei consiglieri, eletti non democraticamente dal popolo ma mediante elezione di secondo livello, è uno dei temi caldi discussi nella prima riunione di Consiglio, un nodo che sia maggioranza che opposizione aspettano di vedere sciolto nelle prossime sedute. Intanto fra i banchi dei consiglieri i funzionari della Provincia distribuiscono volantini di protesta: “Siamo lavoratori precari e il nostro contratto scade a dicembre 2014. Speriamo che l’inizio del nuovo anno e l’entrata in vigore della Città Metropolitana con l’annullamento della Provincia non sia accompagnato dal nostro licenziamento”, si legge. Non rientrando nell’ultima stabilizzazione nazionale promossa dal governo Prodi del 2006, la sovrapposizione temporale tra la riforma delle Provincie e la scadenza dei contratti a tempo determinato potrebbe infatti coincidere con la perdita del posto di lavoro.

I Radicali: "L'elezione del Consiglio è illegale"

I comuni coinvolti nella Città Metropolitana sono 134 e l’intento è quello di rendere il milanese un’area competitiva con le altre città metropolitane europee, snellendo la burocrazia interna e incrementando i servizi sull’intero territorio, salvaguardando le realtà locali e promuovendone le tradizioni. Il tutto all’interno di una rete politica trasversale che abbia il buon vivere del cittadino come obiettivo primario, evitando sprechi di denaro e risorse pubbliche. "Non so se della Provincia dobbiamo aver rimpianti, so però con certezza tre cose: che i confini fra i 134 comuni della Città Metropolitana sono molto labili, che i problemi di Milano e degli altri comuni sono gli stessi e insieme sarà più facile combatterli, e che nessun paese di piccole o grandi dimensioni perderà la propria identità, né sarà fagocitato dalla presenza di Milano come capofila”, dichiara Pisapia che nel discorso di inaugurazione dei lavori ha fatto più volte cenno ai Padri Costituenti. Alla convalida degli eletti e alle comunicazioni del Sindaco del Comune Capoluogo hanno fatto seguito gli interventi dei consiglieri. L’esigenza di una sburocratizzazione delle attività della pubblica amministrazione, un incremento dei trasporti pubblici, diritto dell’abitare e servizi sociosanitari unitariamente garantiti in tutta l’area, oltre che un’attenta gestione dei rifiuti urbani e un maggior rispetto per l’ambiente, sono le proposte su cui i membri del Consiglio hanno dibattuto. Ciascuno con la propria sensibilità politica, ma nel rispetto del necessario carattere trasversale che la Città Metropolitana deve avere per rispondere alle esigenze dei cittadini. Buono proposito, quello della trasversalità, che si sono promessi di mantenere a lungo tutti i consiglieri, nonostante la maggioranza tenda a sinistra: degli eletti 14 sono della lista “Centrosinistra x la Città Metropolitana”, 6 di “Insieme per la Città Metropolitana”, 2 della “Lista Civica Civica Costituente per la Partecipazione – La Città dei Comuni” e 2 consiglieri della “Lega Nord – Lega Lombarda – Padania”.

Trasversalità è parola chiave per Michela Palestra, sindaco di Arese in area Pd: “Nei tre mesi di lavoro che ci aspettano dobbiamo tradurre in ricchezza la nostra eterogenea provenienza politica e geografica per la costruzione di uno strumento trasversale. Metteremo a disposizione la nostra competenza di amministratori e dando strumenti energici al nuovo Ente la Città Metropolitana diventerà traino per lo sviluppo, anche in momenti di crisi, del Paese”. Per il consigliere di centrosinistra Pd Pietro Bussolati Città Metropolitana ed Expo 2015 sono un binomio vincente per il progresso del capoluogo lombardo e dei paesi dell’hinterland: “A Milano Expo sarebbe un’occasione sprecata se non fosse pensata come riforma della governance per la realtà metropolitana. E’ un invito a fare di ciascun consigliere un ponte con il territorio, coinvolgendo le nostre università nel rendere la Città Metropolitana innovativa e concorrenziale con le capitali europee”, ha dichiarato.

A calcare la mano sulla mancanza di suffragio universale ci ha pensato Marco Cappato dei Radicali: “L’elezione di questo Consiglio è illegale: il secondo livello non implica il carattere clandestino, quasi carbonaro, delle elezioni, come invece è avvenuto nel nostro caso. Non ci sono stati incontri, riunioni e comunicazioni dirette con i cittadini che ad oggi non sanno nulla del nuovo Ente”, accusa il giovane consigliere.

Dai leghisti battute e affondi sul Sud Italia

Critiche a Pisapia dal primo cittadino di Opera Ettore Fusco, Lega Nord, il quale afferma sornione: “Non me ne voglia se la chiamo ‘collega sindaco’ e non ‘presidente’ ma non condivido la sua elezione che per quanto mi riguarda non è rappresentativa. E inoltre citando i padri costituenti come lieto modello a questo consiglio fa un errore: loro venivano da vent'anni di fascismo, noi al massimo veniamo da cinque anni di Guido Podestà – presidente dell’attuale Provincia, ndr – è una similitudine ma non un parallelismo. Non sono qui a fare opposizione alla città metropolitana come tale, anche se avrei preferito il miglioramento del funzionamento della Provincia. La sole e la falce di luna, simboli del Parco Sud, vigileranno sul nostro operato: contro gli inceneritori, contro la prostituzione che dilaga nelle strade. Città Metropolitana resti quello che è la Provincia riveduta e corretta mantenendo gli aspetti positivi, ad esempio il personale. Al Sud forse hanno troppi dipendenti, al Nord invece molti comuni piangono per carenza di personale: quindi dobbiamo lavorare anche per una loro riassunzione”, dichiara in riferimento al volantino diffuso dal Coordinamento Dipendenti Precari Provincia di Milano che chiedono la proroga dei contratti fino a dicembre 2015 e che graduatorie concorsuali e procedure orientate alla stabilizzazione dei lavoratori vengano trasferite al nuovo Ente milanese. Confronto con il Sud Italia anche per il collega leghista Luca Lepore che apre il suo intervento pubblico esclamando: “Mi ha colpito l'ora di convocazione del consiglio, le 9.30 del mattino, segno che Milano è una città che si alza presto per lavorare e mantenere la propria famiglia”.

L’ultimo intervento della giornata è del sindaco centrodestra di Paderno Dugnano Marco Alparone che, dei 24 consiglieri, con 4.065 voti è il primo tra gli eletti: “La grande sfida è quella di dimostrare che in queste settimane siamo capaci di scrivere uno Statuto che rappresenti totalmente i 3milioni di persone che siamo qui a rappresentare e che si aspettano da noi la capacità di migliorare il territorio e di rispondere alle più svariate esigenze legate alle diverse sensibilità politiche. E nell’augurare a tutti buon lavoro non posso nascondere che in questa sede sono d’accordo con tutti i consiglieri, di sinistra e di destra”.

Lo Statuto della Città Metropolitana sarà approvato entro il 31 dicembre ed entrerà in vigore dal nuovo anno. Quella iniziata oggi da 134 paesi dell’area milanese è indubbiamente un’impresa che, se condotta rispettando le esigenze di ciascun paese e senza il predominio di uno sull’altro, avrà esiti che si ripercuoteranno positivamente negli anni. Ciascun consigliere rimarrà in carica quattro anni e non più cinque e non riceverà alcuna indennità.

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