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Covid 19

Castiglione D’Adda è un caso di studio sul coronavirus. Avis: “Il 70% dei donatori è positivo”

A Castiglione d’Adda, nel Lodigiano, il 70 per cento delle persone che Avis ha sottoposto a prelievo di sangue è risultato avere gli anticorpi contro il coronavirus pur non avendo mai avuto i sintomi della malattia. Un dato che rivela come la diffusione del contagio nell’ex zona rossa sia molto più ampia di quanto riportato dalle statistiche. Lo studio potrebbe condurre, come riporta il quotidiano La Stampa, allo sviluppo di “farmaci plasmaderivati da somministrare ai pazienti più fragili”.
A cura di Redazione Milano
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A Castiglione d'Adda, uno dei comuni della prima zona rossa del Lodigiano, il 70 per cento delle persone che ha donato sangue all'Avis è risultato avere sviluppato gli anticorpi contro il coronavirus, pur non avendo mai avuto i sintomi della malattia. Una scoperta che potrebbe portare a sviluppi importanti nella lotta al covid-19, rendendo gli abitanti della cittadina i protagonisti di un caso di studio. Lo riporta questa mattina il quotidiano La Stampa in un articolo a firma di Monica Serra.

I volontari di Avis (Associazione volontari italiani del sangue) si aspettavano di trovare alcune positività anche tra i cittadini di Castiglione D’Adda che non avevano mai avuto contatti con malati né manifestato i sintomi. Ma sono rimasti stupiti nello scoprire che 40 persone su 60 sottoposte al prelievo erano positive. Un dato del genere è coerente con le denunce che nelle scorse settimane sono arrivate da medici e amministratori del Lodigiano.

Il sindaco di Castiglione d'Adda, Costantino Pesatori, aveva lanciato un disperato appello alle istituzioni e le autorità competenti: "Stiamo registrando un alto numero di decessi e ci sentiamo veramente soli", aveva detto spiegando che il numero di casi in città erano molto maggiore rispetto a quanto rilevato dalle statistiche. Il numero di casi e accesi al pronto soccorso in provincia di Lodi è leggermente calato nelle ultime settimane. Stando all'ultimo bollettino sono 2.157 i casi confermati, ma la reale entità dell'epidemia potrebbe essere molto maggiore.

Lo screening di Avis, che sta conducendo lo studio in collaborazione con le università di Pavia e di Lodi, servirà per ricavare "farmaci plasmaderivati da somministrare ai pazienti più fragili o come terapia per i malati covid-19", ha spiegato al quotidiano torinese Gianpietro Briola, presidente di Avis e primario del pronto soccorso dell’ospedale di Manerbio, nel Bresciano.

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