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Caso mense a Lodi, il commissario Ue Moscovici: “Da cittadino sono scioccato”. E Salvini si arrabbia

Anche il commissario Ue agli Affari europei Pierre Moscovici interviene sul caso delle mense scolastiche negate ai bimbi stranieri a Lodi: “A titolo personale sono scioccato da questa decisione”, ha detto il politico francese intervistato dalla trasmissione tv Piazzapulita. Immediata la replica del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
A cura di Francesco Loiacono
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Il caso delle mense scolastiche negate ai bambini stranieri a Lodi travalica i confini italiani e arriva anche a Bruxelles. Sulla vicenda è infatti arrivato un commento del commissario dell'Unione europea agli Affari europei, il francese Pierre Moscovici: "Da cittadino sono scioccato". Il commissario ha parlato ai microfoni della trasmissione tv "Piazzapulita", la stessa che aveva fatto diventare "virale" il caso (che era già stato trattato da altri mezzi d'informazione in precedenza): "Come commissario europeo mi occupo di questioni economiche e di compatibilità di bilancio – ha detto Moscovici al conduttore della trasmissione Corrado Formigli – Quindi le parlerò da cittadino: il cittadino Pierre Moscovici. A titolo personale sono scioccato da questa decisione". A stretto giro è arrivata la replica del ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Il commissario francese si dice ‘scioccato' per vicende che ignora sulle scuole di Lodi? – ha scritto il vice presidente del Consiglio su Facebook – Si preoccupi del suo governo, che scarica di notte immigrati nei boschi italiani". Il riferimento è ai presunti blitz della polizia francese in territorio italiano per rilasciare nel nostro territorio migranti che erano giunti Oltralpe. Un caso scoppiato negli scorsi giorni dopo la pubblicazione di alcuni video su Facebook e sul quale la Farnesina ha chiesto chiarimenti al governo di Macron.

La situazione sul caso mense

Intanto il caso delle mense scolastiche negate ai bimbi stranieri a Lodi ha registrato negli ultimi giorni alcuni sviluppi. Il primo e più importante è che tutti i bimbi esclusi dalla mensa e da altri servizi accessori (come gli scuolabus) sono tornati a mangiare con i propri compagni. Non grazie a un ravvedimento della giunta leghista lodigiana, ma alla solidarietà dei cittadini lodigiani e non solo. Il Coordinamento uguali doveri, nato per lottare contro la discriminazione creata dal regolamento comunale sulle tariffe agevolate per i servizi extrascolastici, ha infatti raccolto 145mila euro che serviranno a "colmare la differenza" tra quanto alcune famiglie extracomunitarie possono spendere (e spendevano gli scorsi anni) e quanto il Comune della sindaca Sara Casanova ha chiesto loro a partire da quest'anno scolastico. L'accesso dei figli delle famiglie discriminate dal regolamento dovrebbe essere garantito fino alla fine della scuola.

Il secondo sviluppo è una parziale retromarcia della giunta leghista sul testo del regolamento. È stata approvata una delibera che introduce alcune modifiche, volte, secondo il sindaco, a migliorare la situazione per i nuclei famigliari extra Ue. Ma le due associazioni che hanno presentato ricorso contro il regolamento (prima udienza il 6 novembre al tribunale di Milano), Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) e Naga hanno affermato: "Rimane la illegittima pretesa del Comune di chiedere ai cittadini stranieri, e solo ai cittadini stranieri, documentazione aggiuntiva rispetto ai criteri di accertamento del bisogno e del reddito che sono invece previsti dal DPCM (Decreto del presidente del Consiglio) 159/13 in modo eguale per italiani e stranieri e in modo uniforme su tutto il territorio nazionale". Per questo e altri motivi le due associazioni hanno intenzione di proseguire nel loro ricorso "facendo valere anche in questo caso il diritto alla parità di trattamento tra italiani e stranieri che costituisce principio essenziale per la costruzione di una società più giusta, inclusiva e coesa".

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