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Caso Bozzoli, l’operaio morto provò a chiamare 8 volte l’ex moglie prima di sparire

L’ex moglie di Giuseppe Ghirardini, operaio della Bozzoli srl trovato morti pochi giorni dopo la scomparsa del suo titolare, Mario Bozzoli, ha detto di aver ricevuto sette o otto chiamate dall’ex marito proprio la sera prima della sua scomparsa, ma di non essere riuscita a rispondere. Intanto la moglie dell’imprenditore è stata ascoltata per tre ore in procura come persona informata sui fatti.
A cura di Francesco Loiacono
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Sette o otto telefonate alle quali però nessuno ha risposto. Il duplice giallo di Marcheno, vicino Brescia, con la scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli e la morte dell'operaio della Bozzoli srl Giuseppe Ghirardini, si arricchisce di un ulteriore dettaglio. L'ex moglie di Ghirardini, che vive in Brasile con il figlio di sette anni avuto dall'uomo prima che i due divorziassero, ha riferito agli inquirenti di aver ricevuto almeno sette o otto chiamate dal suo ex marito proprio la sera prima della sua scomparsa, avvenuta sei giorni dopo quella del suo titolare. La donna, Antonia Rosilene Rodrigues Freitas, ha spiegato di non essere mai riuscita a rispondere: se lo avesse fatto, forse, a quest'ora almeno qualcuno dei misteri che si addensano sul caso avrebbe potuto avere una risposta. Adesso anche l'ex moglie di Ghirardini – i due si erano separati nel novembre 2012 su richiesta dello stesso operaio, ma dovevano incontrarsi a dicembre perché l'uomo voleva vedere suo figlio – chiede che sia fatta chiarezza su cosa sia accaduto all'ex marito.

La moglie di Bozzoli ascoltata in procura per tre ore

Intanto martedì un'altra donna, Irene Zubani, la moglie di Mario Bozzoli, è stata sentita per tre ore in procura come persona informata sui fatti dal procuratore Alberto Rossi. Al centro del colloquio sembrano esserci stati ancora una volta gli screzi familiari tra suo marito, da una parte, e il fratello Adelio con i suoi due figli Alex e Giacomo, dall'altra, ossia i titolari della metà della fonderia di famiglia. Azienda nella quale, anche martedì, è tornata al lavoro l'anatomopatologa nominata dalla procura, Cristina Cattaneo, in cerca di tracce biologiche riconducibili all'imprenditore scomparso nei lingotti di ottone prodotti dall'azineda e negli scarti di produzione, nella convinzione che il corpo di Mario Bozzoli sia stato gettato in uno dei forni della fonderia. Solo ipotesi, al momento, le uniche cose che non mancano di certo in questa vicenda. Che, per il resto, continua a rimanere senza indagati e si preannuncia ancora lontana dalla conclusione.

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