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Caos disabili in Lombardia, la Lega fa marcia indietro sui tagli: vincono famiglie e associazioni

“Regione Lombardia continuerà a garantire i contributi e l’assistenza a tutti i 7.044 cittadini in condizione di disabilità gravissima che risultavano presi in carico a dicembre del 2019”. L’annuncio dell’assessore leghista Stefano Bolognini sancisce la vittoria delle associazioni che da quasi due mesi lottavano contro il taglio ai fondi per l’assistenza dei disabili gravissimi previsto da una delibera della giunta regionale, che il Consiglio aveva chiesto di modificare. Scongiurata la riduzione di un terzo degli aiuti e la discusse norma che toglieva dai beneficiari i ragazzini disabili che frequentano almeno 25 ore di scuola, le famiglie tirano un sospiro di sollievo. ma restano molti i problemi irrisolti per chi ogni giorno deve assistere figli, coniugi o genitori gravemente malati.
A cura di Simone Gorla
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Niente tagli all'assistenza dei disabili gravissimi. La giunta regionale della Lombardia e la Lega sono stati costretti a fare retromarcia e annullare, con una nuova delibera, la misure approvata in tutta fretta il 23 dicembre che riduceva di un terzo il sostegno economico alle famiglie che assistono persone con disabilità gravissima. Il caos si chiude così con una vittoria delle famiglie e delle associazioni, che tirano un sospiro di sollievo dopo mesi di ansia, ma restano molti i problemi irrisolti per chi ogni giorno deve assistere figli, coniugi o genitori gravemente malati.

L'assessore Bolognini: Contribuiti garantiti per tutti i disabili gravissimi

"Attraverso uno stanziamento di 28 milioni di euro Regione Lombardia continuerà a garantire i contributi e l'assistenza a tutti i 7.044 cittadini in condizione di disabilità gravissima che risultavano presi in carico a dicembre del 2019″, ha annunciato l'assessore leghista Stefano Bolognini, questa mattina intervenuto davanti alla commissione Sanità del Consiglio regionale, che aveva disertato la scorsa settimana. "Ai 16 milioni (di cui 6 milioni provenienti dal fondo sanitario regionale) già previsti nella delibera approvata lo scorso 23 dicembre, abbiamo aggiunto altri 12 milioni (di cui 5 anticipano gli stanziamenti del Fondo non autosufficienze del 2020) che ci consentono di mantenere invariato il buono fisso mensile di 600 euro a tutti i beneficiari, anche ai minori che frequentano la scuola oltre le 25 ore settimanali, ma anche di incrementare di 100 euro l'importo per il voucher servizi, che passa dai 460 (in precedenza 360) ai 600 euro (in precedenza 500)".

Trovati altri 12 milioni per l'assistenza

La delibera al centro delle polemiche – che l'aula del Pirellone aveva chiesto di modificare con due mozioni di maggioranza e opposizione – prendeva atto dell’aumento delle risorse del governo(da 71 a 91 milioni), ma riduceva a sorpresa le misure dedicate ai disabili gravissimi. Dopo le proteste, oggi c'è stata la retromarcia: con ulteriori 12 milioni di euro lo stanziamento regionale totale arriva a 23 milioni, molto vicino ai 24 milioni che le associazioni ritenevano necessari per dare continuità assistenziale alle famiglie.

I nodi irrisolti dei voucher e del reddito Isee

Restano però due capitoli non risolti, che rischiano di continuare a pesare sulle spalle delle famiglie. Il primo problema è dovuto al fatto che dei 23 milioni stanziati dalla Regione, ben 13 vanno a finanziare i voucher per i progetti di assistenza. Una misura che però ha numeri molto bassi. "Stiamo parlando per Milano di 168 casi su 2903 destinatari del contributo, per Brescia di 147 su 1221, per Varese di 46 su 915", spiega il consigliere regionale del Pd Gian Antonio Girelli. Si tratta quindi di fondi che in larga parte rischiano di non essere utilizzati dai possibili beneficiari. Anche per il consigliere M5s Gregorio Mammì i voucher sono "uno strumento che l’anno scorso, purtroppo, non ha assolutamente funzionato nel sostegno e nell’assistenza alle persone disabili". Il secondo tema che lascia insoddisfatte le associazioni è quel del limite di reddito Isee, che è stato lasciato come previsto nella delibera regionale di dicembre. "Almeno per i disabili gravissimi non dovrebbe esistere", sottolinea Girelli.

Eliminato il criterio della non iscrizione a scuola

Cancellato invece il criterio della non iscrizione a scuola. Con il primo provvedimento, infatti, i ragazzi che frequentano almeno 25 ore settimanali di scuola perdevano il diritto al sostegno. "Era veramente una condizione abnorme perché la socialità dei minori disabili andrebbe favorita, non certo punita con il taglio del contributo", sottolinea il consigliere dem, per cui "siamo ancora lontani dal ristabilire le condizioni garantite dalla Regione nel 2019".

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