Brescia, anarchici rivendicano l’ordigno davanti alla scuola di polizia
La "Cellula anarchica acca" (Caa) ha rivendicato l'ordigno esploso nella notte tra il 17 e il 18 dicembre scorsi davanti alla sede della scuola di Polizia di Brescia: "Abbiamo attaccato uno dei bracci armati dello Stato – si legge in rete su uno dei siti vicini alla galassia degli anarcoinsurrezionalisti -. In questa ‘scuola' vengono istruiti sbirri di tutta Italia e di altri Stati". La rivendicazione sembra confermare la pista che fin dall'inizio aveva portato gli inquirenti al cosiddetto "dicembre nero", un documento proveniente dalle carceri greche nel quale si invitavano tutti gli anarchici a un mese di azioni e attentati dimostrativi. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, subito dopo l'esplosione dell'ordigno, aveva da subito escluso la pista del terrorismo internazionale.
Gli anarchici: "Azione simbolica per fare danni materiali"
Secondo la "Cellula anarchica acca", una sigla che finora non era mai apparsa, l'ordigno è stata una "azione simbolica per fare danni materiali" senza fare male indiscriminatamente ad altre persone. Da qui la scelta dell'orario: la bomba, composta da otto chili di polvere, esplose alle 4.30 circa di mattina. La Caa ha annunciato la sua adesione all'internazionale anarchica riunita attorno alla Federazione anarchica informale/Fronte rivoluzionario internazionale. La cellula ha esplicitamente affermato di aderire alla campagna "Dicembre nero", che dovrebbe servire "da detonatore della ripresa dell'insurrezione anarchica dentro e fuori le prigioni". Nell'ambito di questa campagna sono stati compiuti attacchi in Grecia, Messico, Cile, Brasile e Germania.
Non mancano nella rivendicazione riferimenti ai "compagni detenuti" Alfredo Cospito e Nicola Gai, responsabili del ferimento dell'amministratore delegato dell'Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi avvenuto il 7 maggio del 2012 a Genova e ai No Tav Chiara e Nico, recentemente assolti dall'accusa di terrorismo.