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Bomba esplosa davanti a un palazzo a Pioltello: fermato il figlio del boss di ‘ndrangheta

Altri tre fermi in relazione all’attentato dinamitardo dello scorso 10 ottobre a Limito di Pioltello, nell’hinterland di Milano. Si tratta di tre cittadini italiani ritenuti i complici in quell’episodio e i responsabili di un’altra estorsione dopo un prestito a usura. Tra i fermati il figlio del locale boss di ‘ndrangheta.
A cura di Francesco Loiacono
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Altri tre fermi in relazione all'attentato dinamitardo dello scorso 10 ottobre a Limito di Pioltello, nell'hinterland di Milano. Si tratta di tre cittadini italiani che sono ritenuti colpevoli a vario titolo di estorsione, usura e violenza privata aggravati dalle modalità mafiose. Tra le persone fermate dai carabinieri del comando provinciale di Milano su ordine della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo figura anche Manuel Manno, figlio del locale boss di ‘ndrangheta. Il cugino, Roberto Manno, era stato già arrestato lo scorso 6 novembre.

A carico dei tre fermati un altro episodio di estorsione e violenza

La bomba, un ordigno di tipo Ied (Improvised explosive device), come avevano già accertato le indagini dei carabinieri era esplosa per intimidire un operaio ecuadoregno di 46 anni, cui erano stati prestati a usura 20mila euro divenuti, all'atto della restituzione, 32mila. Le ulteriori indagini del Nucleo investigativo di Monza e della compagnia di Cassano D'Adda hanno permesso di accertare come i tre fermati siano stati complici dell'attentato. Altre indagini hanno inoltre permesso di accertare un altro episodio di usura e successive minacce e violenze nei confronti di un 32enne, sempre ecuadoregno, cui nell'agosto del 2016 erano stati prestati tremila euro. Una somma subito lievitata, perché i tre indagati avevano preteso dalla vittima la restituzione di interessi usurari pari a 400 euro mensili, nonché una penale di 50 euro per ogni giorno di ritardo rispetto al termine pattuito. Il 32enne era stato ripetutamente minacciato: in un'occasione era stato caricato a bordo di un veicolo, dove era stato malmenato e seviziato allo scopo di ottenere il pagamento.

Il fermo dei tre è scattato per il pericolo di fuga: uno di loro, Manuel Manno, si stava infatti per imbarcare da solo per la Thailandia. I magistrati della Dda di Milano Ilda Boccassini e Paolo Storari hanno emesso il decreto di fermo di indiziato di delitto eseguito dai militari dell'Arma. I tre fermati si trovano adesso nel carcere di Opera, a disposizione dell'autorità giudiziaria.

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