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Bellusco, colletta dei colleghi per l’operaio morto sul lavoro: Saliou lascia la moglie e quattro figli

Una colletta per aiutare la famiglia di Saliou Diouf, l’operaio morto sul lavoro lo scorso sabato a Bellusco, in provincia di Monza e Brianza. La stanno organizzando i colleghi ma anche le Rsu di altre aziende brianzole. Diouf aveva 44 anni e lascia una moglie e quattro figli: è caduto da un carroponte per circa 15 metri, morendo sul colpo.
A cura di Francesco Loiacono
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I colleghi e gli amici di Diouf Saliou, l'operaio morto sul lavoro lo scorso sabato a Bellusco, in provincia di Monza e Brianza, stanno organizzando una colletta per aiutare la famiglia del 44enne. L'uomo era sposato e padre di quattro figli: è morto all'alba di sabato precipitando da un carroponte issato su un forno industriale spento all'interno della Zincol di Bellusco, una ditta di lavorazione dei metalli. Per Dudù, come era chiamato affettuosamente l'operaio dai colleghi, non c'è stato purtroppo niente da fare: l'uomo è morto a causa dei traumi riportati nella caduta da un'altezza di circa 15 metri. Lavoratori e sindacati, come riporta il quotidiano "Il Giorno", si sono ritrovati in assemblea nella mattinata di oggi, lunedì 2 marzo, per riflettere sull'ennesima tragedia sul lavoro. Come segno concreto è stato deciso di avviare una raccolta fondi per aiutare la famiglia del 44enne, alla quale hanno aderito le Rsu di diverse aziende brianzole.

Saliou aveva deciso di candidarsi come delegato sindacale

È stato il segretario della Fiom-Cgil di Monza e Brianza, Pietro Occhiuto, a ricordare anche con un post su Facebook l'operaio deceduto: "Aveva deciso di candidarsi come delegato sindacale per rappresentare i suoi compagni di lavoro e tra qualche giorno ci sarebbero state le elezioni – ha scritto Occhiuto -. Saliou era anche riconosciuto per il suo attivismo nella comunità senegalese brianzola". Mentre si aspettano le conclusioni dell'inchiesta aperta dalla magistratura sull'incidente mortale Occhiuto si è chiesto "se sia mai possibile che nel 2020 le procedure di sicurezza non debbano prevenire anche un eventuale errore o sottovalutazione della sicurezza da parte dei lavoratori. Invece si continua a morire su lavoro e si muore come si moriva tanti anni fa. Le morti sul lavoro – ha aggiunto Occhiuto – sono la vera emergenza nazionale e come tale deve essere affrontata perciò dobbiamo investire sulla prevenzione e formare una nuova cultura della sicurezza sul lavoro".

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