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Ancora una condanna per Riccardo Bossi: nove mesi al figlio di Umberto per truffa

Ancora una condanna, la terza in due anni, per Riccardo Bossi, il primogenito del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi. Il tribunale di Varese lo ha condannato a nove mesi di reclusione e 400 euro di multa per i reati di truffa e insolvenza fraudolenta. Riccardo Bossi aveva usufruito dei servizi di tre commercianti del Varesotto senza mai pagarli: dovrà risarcirli pagando loro diecimila euro.
A cura di Francesco Loiacono
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Ancora una condanna per Riccardo Bossi, il primogenito del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi. Il tribunale di Varese lo ha condannato a nove mesi di reclusione e 400 euro di multa per i reati di truffa e insolvenza fraudolenta. Riccardo Bossi era stato rinviato a giudizio lo scorso febbraio: ad accusarlo erano stati tre commercianti del Varesotto, accomunati dal fatto di aver offerto servizi al primogenito del Senatur senza venire pagati. Il primo gli aveva installato in casa un impianto di illuminazione del valore di oltre settemila euro. Il secondo, titolare di un'officina, aveva installato cerchi in lega, pneumatici e altri accessori sull'auto di Bossi, un'Audi: anche lui non aveva visto nemmeno un euro dei tremila che doveva riscuotere. Infine, un benzinaio aveva accusato il primogenito del fondatore della Lega di non avergli pagato un pieno di benzina: 45 euro.

A carico di Riccardo Bossi altre due condanne nel 2016

Il tribunale ha deciso che Riccardo Bossi dovrà versare un risarcimento di diecimila euro ai commercianti che lo hanno accusato, portandolo in tribunale. Per il figlio di Umberto Bossi si tratta della terza condanna in due anni. Una, per una vicenda analoga, risale a novembre dello scorso anno, quando Riccardo Bossi era stato condannato dal tribunale di Busto Arsizio (sempre nel Varesotto) a dieci mesi di reclusione per truffa aggravata: nel dicembre del 2014 aveva acquistato un orologio di marca Rolex e altri gioielli, per un valore di circa 20mila euro, senza mai pagarli, ed era stato per questo denunciato da un gioielliere. Un'altra condanna era arrivata invece nel marzo del 2016, quando Riccardo Bossi era stato ritenuto colpevole di appropriazione indebita: ha utilizzato fondi pubblici della Lega nord per oltre 150mila euro per le sue spese personali.

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