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Ancora odore di bruciato a Milano dopo l’incendio: oggi attesi i dati sulla diossina

Continuano a bruciare i rifiuti accatastati nel deposito andato a fuoco domenica sera a Milano, in zona Bovisasca. Per il quarto giorno l’odore di bruciato si avverte distintamente in alcune zone della città. Oggi sono attesi i dati delle rilevazioni dell’Arpa su diossina e altre sostanze inquinanti. L’assessore Granelli: “I colpevoli di questo disastro dovranno pagare fino in fondo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Le gru in azione nel deposito di rifiuti incendiato (Foto: Marco Granelli via Facebook)
Le gru in azione nel deposito di rifiuti incendiato (Foto: Marco Granelli via Facebook)

Vigili del fuoco ancora al lavoro nella mattinata di oggi, giovedì 18 ottobre, per spegnere i cumuli di rifiuti andati a fuoco domenica sera nel deposito della Ipb in via Chiasserini, zona Bovisasca a Milano. Il Comune, come ha spiegato l'assessore all'Ambiente Marco Granelli, ha messo a disposizione dei pompieri due pinze meccaniche con le quali è stato possibile demolire gran parte del magazzino che conteneva i rifiuti che bruciano: "Ora le ruspe del Nuir (Nucleo intervento rapido) del Comune di Milano e i mezzi dei VVFF possono lavorare in sicurezza per spostar i rifiuti e spegnere definitivamente l'incendio", ha scritto Granelli su Facebook. L'odore di bruciato sprigionato dai materiali andati a fuoco domenica sera è ancora avvertibile in alcune zone della città e lo sarà fino a quando i rifiuti continueranno a bruciare. Negli scorsi giorni la puzza, arrivata fino in centro, aveva fatto scattare la psicosi tra i cittadini. L'Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) aveva escluso rischi per la salute dovuti alle sostanze più pericolose, ma il Comune aveva comunque invitato i cittadini che avvertivano il cattivo odore a tenere le finestre chiuse.

Nella giornata di oggi dovrebbero arrivare i primi dati sulle rilevazioni Arpa relative alla diossina sprigionatasi nell'incendio e a quelle altre sostanze per le cui analisi servono almeno 72 ore. Intanto l'assessore Granelli ha fatto il punto sulle indagini: "Le Forze di polizia e la Magistratura stanno effettuando le indagini, e il Comune ha offerto la massima collaborazione e aiuto, perché i colpevoli di questo disastro dovranno pagare fino in fondo. E poi bisogna fare in modo che sia chiaro a tutti quelli che vogliono speculare e guadagnare illegalmente sui rifiuti, a scapito dell’ambiente e della salute dei milanesi, che a Milano non c’è spazio, e chi ci prova viene bloccato e paga", ha detto l'assessore, che nei giorni scorsi aveva rifiutato l'etichetta di "terra dei fuochi", dimenticandosi però che l'incendio di domenica sera a Milano non è stato il primo. Suonano un po' beffarde anche le parole con le quali Granelli conclude una nota sul rogo: "Hanno provato ad invadere con i rifiuti spazi della nostra città, hanno portato 16.000 mc di rifiuti (che era la quantità di materiale stoccato illegalmente nella Ipb, che non aveva le autorizzazioni necessarie, ndr) ma con l’ispezione della settimana scorsa di Città metropolitana, della Polizia Locale e dell’area ambiente del Comune di Milano, li abbiamo bloccati. Certo, abbiamo subito l’incendio, ma non porteranno più altri rifiuti, e pagheranno".

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