Aggressione con acido, la difesa chiede il rito abbreviato per Martina
Saranno gli esiti della perizia psichiatrica su Martina Levato a stabilire se la 23enne bocconiana, accusata di aver aggredito con dell'acido muriatico Pietro Barbini, sarà giudicata con rito abbreviato, con conseguente sconto di un terzo della pena. I legali della Levato hanno presentato infatti la richiesta di rito alternativo subordinata proprio a una serie di accertamenti, tra cui la perizia già preannunciata negli scorsi giorni. Al momento, la Levato rischia una pena fino a 16 anni per lesioni gravissime con le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi, contestatele dal pubblico ministero Marcello Musso. Il 27 gennaio si terrà la prossima udienza del processo a carico della 23enne e del suo complice-amante, il 30 Alexander Boettcher. I difensori di Boettcher sembrano aver impostato la strategia difensiva addossando alla Levato la responsabilità dell'aggressione, avvenuta lo scorso 28 dicembre in via Carcano a Milano. La vittima, uno studente 22enne con cui la Levato ha avuto una storia al tempo del liceo, rimarrà deturpata permanentemente al volto.
La "coppia diabolica" accusata di altri reati
L'attenzione mediatica intorno alla "coppia diabolica", come è stata soprannominata dai mezzi di informazione, è cresciuta non solo per la crudeltà dell'aggressione e per la freddezza dei due autori, ma anche per il passato turbolento dei due, che l'indagine degli inquirenti ha lentamente portato a galla. Oltre all'aggressione di via Carcano, infatti, i due ragazzi sono accusati anche di aver provato a gettare dell'acido in faccia a un giovane in via Nino Bixio, lo scorso 15 novembre. Martina, invece, deve rispondere anche di lesioni e calunnia ai danni di uno studente della Bocconi: lo scorso maggio avrebbe cercato di evirarlo, dopo averlo accusato di una presunta violenza sessuale mai riscontrata.