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Aggressione a Niccolò Bettarini, figlio di Simona Ventura

Aggressione a Niccolò Bettarini: la sentenza il 18 gennaio. Il legale: “Rinunciamo al risarcimento”

È attesa il 18 gennaio la sentenza del processo per l’aggressione ai danni di Niccolò Bettarini che vede imputate quattro persone. L’avvocato del figlio di Stefano e Simona Ventura, ha specificato al termine dell’udienza di oggi, l’ultima prima della sentenza, che il giovane rinuncerà al risarcimento milionario richiesto oggi.
A cura di Chiara Ammendola
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È fissata per il 18 gennaio la sentenza del processo per l'aggressione a Niccolò Bettarini, figlio 20enne figlio di Stefano e Simona Ventura preso a calci, pugni e coltellate in una discoteca di Milano lo scorso luglio. Quattro i ragazzi imputati per tentato omicidio: per loro il pubblico ministero ha chiesto. Al termine dell'udienza di oggi, l'ultima prima della sentenza, Bettarini si è detto soddisfatto ma pronto nel portare avanti la sua battaglia: "Ora sto bene, ma non è ancora tempo di cedere – ha detto ai microfoni di Fanpage.it  – combatterò perché queste cose non devono capitare, e non solo a me, ma a nessuno: non devono capitare e basta". Ha poi sottolineato come quel brutto episodio sia stato fondamentale per lui nonostante tutto ciò che ha comportato: "Di quella notte ho tanti ricordi negativi ma mi ha fatto capire anche tante cose – ha raccontato – la mia vita è cambiata in meglio anche se ho pagato per questo: ho sempre creduto nella giustizia e continuerò a farlo".

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Niccolò rinuncerà al risarcimento milionario

Intanto l'avvocato di Bettarini junior, Alessandra Calabrò, ha specificato che Niccolò non accetterà il milionario risarcimento (circa un milione di euro) chiesto ai quattro imputati: "Verrà fatta rinuncia al risarcimento che è stato fatto per legge, per una questione tecnica – ha spiegato Calabrò – per le pene ci siamo collegati al pm, 10 anni complessivi ridotti per il rito di un terzo". I quattro imputati hanno infatti optato per il rito abbreviato che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. E la richiesta del pubblico ministero Elio Ramondini per i quattro aggressori di Bettarini, già formulata nelle scorse udienze, tiene già conto di questo sconto: dieci anni di condanna per ciascuno degli imputati.

La difesa: non c'era volontà di uccidere

"Abbiamo chiesto che vi fosse una valutazione non collettiva e ma soggettiva – spiega l'avvocato Daniele Barelli in difesa del suo assistito Albano G. – noi riteniamo, cosa poi risultata evidente, che non vi fosse la volontà di uccidere". Per questo il legale chiederà la derubricazione dell'imputazione da tentato omicidio a lesioni o rissa con le attenuanti generiche, l'attenuante della provocazione e il minimo della pena. Durante le diverse udienze infatti la linea difensiva degli avvocati ha puntato sul fatto che sia stato Bettarini a colpirli per primo con un pugno.

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