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Adunata nazionale degli alpini 2019

Milano, Adunata nazionale degli Alpini 2019: le dieci cose da sapere sulle Penne Nere

Cos’è l’Ana, l’Associazione nazionale Alpini, quando è nata, qual è il suo motto, quali sono i canti e le fanfare storiche. Sono tante le curiosità e gli aneddoti su uno dei reparti dell’Esercito Italiano più amati che quest’anno si radunerà a Milano in occasione del Centenario dell’Associazione nata l’8 luglio del 1919.
A cura di Chiara Ammendola
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Tutto pronto per l'Adunata degli Alpini 2019 che si terrà a Milano dal 10 al 12 maggio: un'occasione che si ripete ogni anno ma che questa volta ha un motivo in più per celebrare visto che cade anche il Centenario della nascita dell'Ana, l'Associazione Nazionale Alpini. Tanti gli eventi in programma in città dove sono attese oltre 400mila persone: cori, fanfare, manifestazioni e sfilate che culmineranno domenica mattina con l'evento più atteso: la sfilata.

1. Il cappello
Il copricapo così noto e rappresentativo per gli alpini si chiama "bantam": la sua ultima versione, attualmente utilizzata è stata introdotta nel 1910. È composto da molti elementi atti a rappresentare il grado, il reggimento e la specialità di appartenenza come la penna, la nappina, il fregio, le mostrine e distintivi di grado.

2. Il motto
Ogni Adunata nazionale ha un proprio motto che viene scelto dal Consiglio Direttivo Nazionale e che diventa il filo conduttore della manifestazione. Questi rispecchia il momento storico o anche la città che ospita l'Adunata o semplicemente un tema che rappresenta gli alpini in generale. Il motto viene poi mostrato durante la sfilata sugli striscioni apposti per l'intera giornata di domenica, giorno conclusivo della manifestazione nella quale si tiene anche la manifestazione. Quest'anno, in occasione del Centenario e dell'Adunata di Milano, il motto è: "100 anni di coraggioso impegno".

3. I cori e le fanfare
La musica è un elemento fondamentale degli alpini il cui patrimonio culturale si basa anche sulle tradizioni musicali e sulle canzoni tipiche di montagna. Nello specifico sono le fanfare ad aver accompagnato le marce nella vita militare e ad aver aperto di volta in volta i cortei le commemorazioni e le cerimonie. I cori sono il racconto della vita quotidiana, quella di montagna fatta di natura, amore e gente: raccontano la casa, la famiglia, la valle lasciata per andare lontano, i commilitoni che non sono più tornati. Sono, come spesso accade, un modo per esorcizzare la paura della guerra, per questo spesso venivano intonati proprio durante le battaglie più dure come quella della Prima Guerra Mondiale

4. Il logo
Il logo storico è Mentre quello della 92esima Adunata, quella del Centenario, raffigura la scritta "MI19" e richiama le guglie del Duomo, che sono il simbolo della città ospite, Milano. Realizzato da Caterina Gasperi, ha al centro la penna alpina con la nappina blu sui colori bianco-rosso-verde della bandiera italiana.

5. La nascita dell'Ana
L'Associazione Nazionale Alpini è nata l'8 luglio del 1919 grazie a un gruppo di reduci della Prima Guerra Monidale che riunitisi a Milano decise di dare vita a un'associazione. L'idea nacque all'interno della Birreria Spatenbräu il cui proprietario era Angelo Colombo, uno dei soci fondatori: il primo presidente fu Daniele Crespi, oggi invece lo è Sebastiano Favero, in carica dal 2013.

Il logo dell'Adunata del Centenario a Milano
Il logo dell'Adunata del Centenario a Milano

6. La prima adunata
Venne organizzata nel settembre del 1920 sull’Ortigara, per ricordare la celebre battaglia della Prima Guerra Mondiale che, tre anni prima, costò la vita a oltre 25mila soldati italiani. Fu il primo di venti appuntamenti che seguirono ogni anno in una città diversa e che furono fermati solo dalla Seconda guerra mondiale nel 1941. Ripresero sette anni dopo con l'incontro a Bassano Del Grappa: per questo quella di quest'anno non è la centesima Adunata, ma la 92esima (ci fu un'ottava sosta nel 1950, anno del Giubileo)

7. La preghiera
Si tratta di un testo redatto nel 1947 e basato su una lettera del 1935 inviata dal colonnello Gennaro Sora alla madre nel quale scrive una preghiera proprio per gli Alpini. Dopo alcune modifiche divenne ufficiale nel 1949: ciò nonostante però nel corso degli ani a causa di diversi riferimenti alla battaglia e dunque alle armi venne nuovamente modificata, con frasi considerate più adatte al periodo di pace vissuto al termine della Seconda guerra mondiale. Il testo è rimasto comunque fedele all'originale considerato efficace nella descrizione delle situazioni, dei fatti e dei sentimenti vissuti dagli Alpini.

8. I numeri
L’Associazione nazionale alpini vanta un organico di 348.956 soci, con 80 sezioni in Italia, 30 sezioni nelle varie nazioni del mondo e 8 gruppi autonomi: cinque in Canada (Calgary, Sudbury, Thunder Bay, Vaughan e Winnipeg) e uno ciascuno in Colombia, Slovacchia e a Vienna. Le sezioni si articolano in quasi 4.500 gruppi. Ai 268.996 soci ordinari si aggiungono circa 80mila aggregati.

9. La Protezione civile
Uno dei gruppi più attivi dell'Ana è quello della Protezione civile, nata agli inizi degli anni '80, che ad oggi conta circa 13mila volontari attivi, divisi in quattro raggruppamenti, e oltre 400 mezzi operativi. Di fatto il loro primo intervento sul campo avvenne nel 1976, quando il Friuli fu colpito dal devastante terremoto che causò la morte di quasi 1000 persone. Ad oggi la Protezione Civile degli Alpini svolge anche attività di prevenzione e previsione con interventi di recupero, bonifiche ambientali e salvaguardia dei territori soprattutto montani.

10. Il Corpo degli Alpini
Le Truppe Alpini furono costituite nel 1872 dal capitano Giuseppe Domenico Perrucchetti che ritenne fondamentale affidare la difesa del territorio (in quel momento storico bisognava difendere il confine dell’impero Austro-Ungarico) a chi lo conoscesse a fondo. Così le persone del posto, quelle di montagna, si ritrovarono a svolgere il servizio militare nelle proprie zone. Oggi gli Alpini sono le truppe da montagna dell’Esercito Italiano che contano tantissimi volontari, nonostante l’abolizione della leva obbligatoria. Cosa che non ha inciso però sulla popolarità e sulla percezione da parte della popolazione delle penne nere, considerate da sempre attente alle collettività e rispettose e solidali verso il prossimo.

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