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Domenico Maurantonio, sequestrati i cellulari dei compagni: sarà ascoltata un’altra classe

Nuovi colpi di scena nella vicenda della morte di Domenico Maurantonio, il 19enne morto in gita a Milano dopo un volo dal quinto piano di un hotel. La procura di Milano ha sequestrato i telefonini di alcuni dei suoi compagni di classe, che sarebbero i più coinvolti nella sua morte, mentre in settimana potrebbero essere sentiti anche gli studenti dell’altra classe in gita a Milano per Expo. Il cellulare di Domenico ha inviato l’ultimo sms alle 5.30 del mattino.
A cura di Francesco Loiacono
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Nuovo colpo di scena nella vicenda della morte di Domenico Maurantonio, lo studente 19enne morto mentre era in gita a Milano con la sua scuola. La procura di Milano ha infatti sequestrato alcuni cellulari appartenenti ai compagni del ragazzo, trovato morto la mattina del 10 maggio dopo un volo dal quinto piano dell'hotel Da Vinci di Bruzzano, nord di Milano. Secondo quanto trapelato dalla procura, i telefonini apparterrebbero ai compagni di classe più coinvolti nella vicenda. Fin da principio si è compreso che è proprio negli altri studenti del liceo scientifico Ippolito Nievo di Padova la chiave per risolvere il caso della morte di Domenico. I suoi compagni di classe si sono però barricati dietro a un silenzio incomprensibile, soprattutto per i genitori di Domenico: in un'intervista apparsa lunedì, a due settimane dalla morte, il padre del ragazzo ha affermato: "Pensavo che il loro silenzio fosse frutto dello choc".

Dai nuovi interrogatori emersi "elementi utili"

Adesso gli inquirenti sperano di ricostruire attraverso i messaggi scambiati tra i ragazzi quanto accaduto la notte della tragedia. Proprio un altro messaggio scambiato via chat su WhatsApp e mostrato dalla trasmissione tv "Chi l'ha visto?" aveva fornito una versione della vicenda, ma era stato poi sconfessato dal capo della squadra mobile di Milano, che l'aveva definito inattendibile. Utili, invece, sarebbero considerate le deposizioni rese la scorsa settimana da alcuni studenti della quinta E, richiamati dagli inquirenti a Milano per un nuovo interrogatorio. Il sequestro dei telefonini è avvenuto proprio per avere un'ulteriore conferma ai racconti dei ragazzi. Il telefonino di Domenico, sempre secondo quanto rivelato dagli inquirenti, avrebbe inviato l'ultimo sms alle 5.30.

Sotto torchio i ragazzi di un'altra classe

Secondo quanto scrive il quotidiano Il Messaggero in un articolo apparso lunedì, dall'interrogatorio dei compagni di classe di Domenico, svolto venerdì a Milano, non sarebbero emersi invece dettagli utili alle indagini. Per questo, la procura di Milano avrebbe chiesto alla squadra mobile di Padova di ascoltare 10 studenti dell'altra classe in gita a Milano insieme alla quinta E, la quinta F. Possibile che qualcuno di loro possa infatti aver visto cosa è accaduto la notte della tragedia. Si attendono inoltre le analisi sul Dna delle feci trovate nel corridoio del quinto piano dell'hotel, dalla cui finestra Domenico è precipitato: possibile che le feci non appartengano solo a lui.

In attesa dei risultati definitivi degli esami tossicologici restano poche le certezze sulla vicenda: la caduta non è stata accidentale, Domenico è precipitato dalla finestra di un corridoio al quinto piano, non era ubriaco e non aveva assunto lassativi. Inoltre, il ragazzo al momento della caduta indossava solo una maglietta e aveva dei segni, tipo lividi, su un braccio. La verità sulla morte del 19enne sembra sempre più vicina: al momento, però, la conoscono forse solo gli amici che erano con lui quella tragica notte. Intanto, dai dirigenti scolastici di Padova e provincia è arrivato un documento di solidarietà nei confronti della famiglia di Domenico e della preside del liceo scientifico Nievo, Maria Grazia Rubini.

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