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Domenico Maurantonio, spunta una chat su Facebook:”Lo tenevano gli amici poi è volato giù”

Arriva un messaggio alla redazione del programma tv, “Chi l’ha visto?”. Un ascoltatore invia una schermata di una conversazione su whatsapp presa, dice lui, su un gruppo su Facebook. Nel dialogo fra due persone c’è la ricostruzione di quello che potrebbe essere accaduto il 10 maggio all’hotel Da Vinci di Milano quando Domenico Maurantonio, 19enne padovano in gita scolastica, è morto precipitando dal quinto piano del palazzo.
A cura di En.Ta.
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Arriva un messaggio alla redazione del programma tv, “Chi l’ha visto?”. Un ascoltatore invia una schermata di una conversazione su whatsapp presa, dice lui, su un gruppo su Facebook. Nel dialogo fra due persone c’è la ricostruzione di quello che potrebbe essere accaduto il 10 maggio all’hotel Da Vinci di Milano quando Domenico Maurantonio, 19enne padovano in gita scolastica, è morto precipitando dal quinto piano del palazzo. Gli autori della trasmissione decidono di mandare in onda la schermata. “Ci auguriamo che non sia uno scherzo di cattivo gusto”, dicono. “Se ti racconto cosa è successo la scorsa mattina in hotel non ci credi…”, scrive il primo interlocutore alle 12 e 32 (dell’11 maggio, sembrerebbe). Il secondo risponde alle 13,01: “Dimmi tutto”. Sempre alle 13,01 l’altro risponde:

“L’altra sera dei ragazzi di una scuola di Padova sono venuti da noi in hotel…. Di notte si sono ubriacati da fare schifo e hanno deciso di fare degli scherzoni sui corridoi dell’hotel. Il “migliore” di questi scherzi è stato defecare per il corridoio del quinto piano… non contento, uno di questi per fare il figo decide di mettersi sul cornicione per farla dalla finestra… quindi si fa tenere per le braccia dagli amici e vola giù. Gli amici non hanno detto niente a nessuno e sono tornati in stanza… il corpo è stato trovato la mattina dopo”.

Il secondo interlocutore risponde con una lunghissima risata. Per ora, nessun riscontro né smentita sulla validità del messaggio da parte degli investigatori che lavorano al caso.

I tanti dubbi sull’autenticità del messaggio

Chi l’ha scritto? Se lo diamo per autentico sembrerebbe essere stato scritto da un dipendente dell’hotel oppure da un cliente che racconta i fatti a un familiare(“Se ti racconto cosa è successo la mattina scorsa in hotel non ci credi”). A questo testimone chi ha detto come sono andati i fatti? Ha osservato tutto da lontano e ha visto anche cadere il ragazzo? Poco plausibile. Più probabile che abbia riportato una delle ricostruzioni della stampa e degli investigatori che girava quella mattina. La ricostruzione riportata nel messaggio è molto simile, per non dire uguale, a quella che circolava nei primissimi giorni dopo la morte del ragazzo e poi smentita dagli inquirenti. Strano poi che il messaggio di risposta, quello lungo in cui vengono descritti i fatti di quella notte, sia stato inviato dopo neanche un minuto, come se fosse stato già scritto. O come se fosse un falso.

Poniamo invece che la conversazione sia falsa, ma il messaggio sia vero. Una sorta di confessione anonima: qualcuno che abbia voluto togliersi un peso dalla coscienza e rivelare a tutti, con questa conversazione fittizia, quello che è accaduto veramente quella notte. Stando a questa ipotesi non si capirebbero le risate di risposta, inutilmente macabre per una persona che ha un peso sulla coscienza.

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