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Concerto dei 99 Posse a Cremona, la Questura contro il sindaco: “Si farà”

Questura e Prefettura di Cremona hanno annunciato che il concerto di giovedì 29 gennaio, per raccogliere fondi a favore del 49enne finito in coma dopo gli scontri con Casapound, si svolgerà regolarmente. Il gruppo napoletano precisa: “Non istighiamo nessuno, il concerto avrà ben poco spazio per l’odio”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il concerto dei 99 Posse in programma giovedì 29 gennaio a Cremona si farà. A dirlo, Questura e Prefettura della cittadina lombarda, che hanno annunciato che la richiesta presentata dal centro sociale Dordoni, organizzatore dell'evento, sarà accolta perché il concerto si terrà in uno spazio privato e non ci sono quindi i motivi per impedirne lo svolgimento. Una decisione che spiazza il sindaco Pd di Cremona, Gianluca Galimberti, che all'indomani della manifestazione antifascista di solidarietà per Emilio Visigalli – 49enne finito in coma dopo gli scontri con Casapound di due domeniche fa – che avrebbe causato 500mila euro di danni, aveva negato al gruppo musicale napoletano l'autorizzazione per il concerto.

Il corteo e l'annuncio dei 99 Posse

Intorno al concerto del gruppo napoletano, da sempre schierato a sinistra, rischia di sorgere un vero e proprio caso. Tutto è nato da alcune frasi postate su Facebook dai 99 Posse all'indomani del corteo per chiedere la chiusura di Casapound Italia di sabato scorso, durante il quale alcune frange di manifestanti hanno dato vita a una vera e propria guerriglia in città. Un risultato non proprio inaspettato, visto che Cremona era stata blindata e considerando che, dopo un tam tam mediatico, per la manifestazione si erano mobilitati centri sociali di tutta Italia. Mentre la città contava i danni, il gruppo napoletano, annunciando un concerto per raccogliere fondi per il militante del centro sociale Dordoni in coma ha scritto: "Onore a chi lotta. Più bastoni meno tastiere!". Parole che hanno provocato le critiche dei cittadini cremonesi e la presa di posizione del sindaco.

I 99 Posse: "Al concerto niente odio"

Dopo le polemiche e alcuni articoli di giornale era arrivata subito la replica dei 99 Posse, indirizzata in particolare al Corriere della sera: "Caro Corriere della Sera la violenza l’ha subita Emilio. Noi suoneremo a Cremona per sostenere le sue spese mediche. Sarebbe il caso che tu ti occupassi della violenza fascista, che spranga e lascia un uomo in coma". Frase accompagnata poi dall'elenco di alcuni antagonisti "morti per mano fascista": "Se Emilio non si è aggiunto alla lista, è stato solo per la reattività dei suoi compagni che lo hanno sottratto al pestaggio", ha scritto la band. Il cui leader, Luca Persico, ha poi commentato: "È sconcertante che si scateni una polemica su un concerto per raccogliere i fondi per le cure mediche di Emilio e non si scateni una polemica sul fatto che una persona come Emilio si trovi nelle condizioni in cui si trova".

In merito alla presunta istigazione alla violenza, Persico ha precisato: "Noi, per quanto ci riguarda, non abbiamo mai istigato nessuno, abbiamo sempre e solo espresso opinioni ed è la nostra Costituzione a garantirci di poterlo fare", assicurando poi che quello di giovedì sarà "un concerto che ha ben poco spazio per l’odio: è un concerto che parla di quello che siamo, di quello che abbiamo fatto e di quello che continuiamo a fare tutti i giorni. Nel concerto vogliamo solo sostanzialmente immaginare un’altra realtà possibile, un altro modello di sviluppo praticabile, un mondo in cui esista un minimo di equilibrio trai i ricchi e i poveri".

Il Dordoni: "Il concerto si farà"

Anche prima delle puntualizzazioni di Questura e Prefettura, il centro sociale Dordoni si era detto sicuro che il concerto dei 99 Posse si sarebbe tenuto: "Il concerto in questione ha lo scopo di raccogliere fondi per le spese mediche di Emilio, impedirlo è un gesto infame. Il concerto si farà! Ci vediamo giovedì!", aveva scritto il collettivo su Facebook. Proprio sullo stesso social network però monta la protesta di alcuni cittadini cremonesi contro l'evento e contro i centri sociali in generale. Una pagina, che in pochi giorni ha raggiunto quasi 5mila iscritti, ne chiede la chiusura. E il sindaco Galimberti ha annunciato che non rinnoverà le convenzioni con i collettivi che occupano strutture comunali. Proprio come il Dordoni, la cui convenzione è scaduta ad aprile 2014.

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