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World Aids Day 2018: bus a due piani in giro per Milano per non abbassare la guardia contro l’Hiv

Sabato 1 dicembre è la Giornata mondiale contro l’Aids. Nelle vie centrali di Milano e Roma sono in giro due autobus a due piani decorati con opere di street art “animate” dalla tecnologia della realtà aumentata per sottolineare come, grazie all’efficacia delle cure, ci si debba focalizzare sulla qualità di vita delle persone affette da Hiv. Nel capoluogo lombardo inoltre sorgerà un checkpoint, una struttura fuori dall’ambito ospedaliero per la prevenzione di Hiv e malattie sessualmente trasmissibili.
A cura di Francesco Loiacono
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Il bus della campagna sull'Hiv "Trattami bene"
Il bus della campagna sull'Hiv "Trattami bene"

Sabato 1 dicembre ricorre la Giornata mondiale contro l'Aids, occasione per tornare a parlare di una malattia che, soprattutto grazie ai progressi scientifici e all'innovazione terapeutica non è più quel "demone" faceva enorme paura negli anni Novanta. Eppure, come accade ad esempio per i vaccini, il rischio di enfatizzare l'efficacia delle cure è quello di far abbassare la guardia sul rischio contagio che ancora esiste ed è molto rilevante, soprattutto in Lombardia e a Milano nello specifico: a trasmettere la malattia non sono più le persone che sanno di essere malate e si trattano con le ultime cure, ma coloro che sono inconsapevolmente affetti dal virus. È per questo che, parlando di Hiv, bisogna affrontare contemporaneamente due aspetti: da un sottolineare il miglioramento della qualità di vita delle persone che convivono con la malattia, dall'altro focalizzarsi sulla prevenzione.

Entrambi gli aspetti sono affrontati dal progetto "Trattami bene" promosso dalla società biofarmaceutica Gilead con il contributo di nove associazione di pazienti attive a livello nazionale (Anlaids Onlus, Ala Milano Onlus, Arcigay Onlus, Asa Onlus, Circolo Mario Mieli, Arcobaleno Aids Onlus, Nps Italia Onlus, Nadir Onlus, Plus Onlus), con il patrocinio di Icar (Italian conference on Aids and Antiviral Research) e Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali). Nell'ambito del progetto sono state presentate due iniziative: una campagna informativa tecnologica che coinvolge le città di Milano e Roma ed è realizzata in realtà aumentata e l'installazione nel capoluogo lombardo di un checkpoint, una struttura fuori dall’ambito ospedaliero per la prevenzione di Hiv e malattie sessualmente trasmissibili.

Gli autobus a realtà aumentata

Fino all'1 dicembre due autobus a due piani gireranno per le vie centrali di Roma e Milano. I mezzi sono stati rivestiti con le opere realizzate appositamente da famosi street artist e "animate" grazie alla tecnologia della realtà aumentata messa a punto da messa a punto da Bepart, start up innovativa che ha coordinato la parte tecnologica del progetto. Il bus della Capitale è stato decorato da Knet, al secolo Carlo Oneto: l'artista salernitano per la sua opera si è ispirato allo stile di Keith Haring, artista morto di Aids nel 1990. Il lavoro di Knet raffigura una mano, simbolo dei progressi scientifici e dell’informazione, che fa esplodere la bolla che racchiude le persone che convivono con l’Hiv e permette loro di uscire dall’isolamento e tornare a vivere in società. Il bus milanese, invece, un caratteristico double decker londinese, è stato decorato dal collettivo milanese Orticanoodles, pseudonimo di due street artisti italiani, Wally e Alita. Sul bus è rappresentata un'opera floreale che, una volta inquadrata dallo smartphone (dopo aver scaricato gratuitamente l'app Bepart), verrà attaccata dal virus. Al contrario di quanto ci si possa aspettare, però, i fiori tornano a essere rigogliosi, grazie ai progressi e all’innovazione scientifica.

Sull'aspetto della qualità della vita delle persone affette da Hiv il direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale San Paolo di Milano Antonella D’Arminio Monforte, ha spiegato: "È importante tenere alta l’attenzione sull’HIV in particolare su quello che emerge a gran voce dalla comunità dei pazienti: un ‘trattare bene’ che deve arrivare forte e chiaro a tutta l’opinione pubblica e con tutti gli strumenti possibili e che è strettamente connesso alla qualità della vita, la nuova vera sfida per tutti e da affrontare uniti". La dottoressa D'Arminio Monforte ricorda infatti che "grazie al valore rappresentato dall’innovazione terapeutica e da cure sempre più efficaci" si è arrivati "all’abbassamento della concentrazione di Hiv nel sangue, e quindi all’equazione U = U (Undetectable = Untrasmittable)": in sostanza le persone malate di Hiv che si trattano in maniera adeguata con i farmaci di ultima generazione non sono più contagiose. Ora dunque, aggiunge D'Arminio Monforte, "è possibile guardare oltre l’orizzonte medico-sanitario e soffermarsi su aspetti più connessi a tutta la qualità della vita delle persone con Hiv". La dottoressa ha però ricordato come esista uno "zoccolo duro" di persone, soprattutto eterosessuali, che sono inconsapevolmente malate e possono dunque trasmettere il virus. È su di loro che bisogna agire in modo particolare per quanto riguarda la prevenzione.

Il primo checkpoint milanese sorgerà alla Casa dei diritti

Il progetto del primo checkpoint milanese (in Italia ne esiste solo un altro, a Bologna), è fondamentale proprio per quanto riguarda la prevenzione. Si tratta di una struttura che sorgerà nel centro del capoluogo lombardo, all’interno della Casa dei Diritti che si trova in via de Amicis e sarà interamente gestita da diverse associazioni di pazienti (Anlaids, Asa, Cig Arcigay, Lila e Nps) con il supporto di Simit Lombardia. Il progetto nasce nell’ambito del protocollo "Fast Track Cities", nato a Parigi e a cui aderirà anche Milano, che vuole promuovere la condivisione di programmi di prevenzione e campagne di sensibilizzazione contro l'Hiv. Nelle intenzioni di Massimo Cernuschi, presidente di Asa (Associazione Solidarietà Aids), una delle associazioni che gestiranno la struttura, il checkpoint dovrà essere "un punto di riferimento importante per persone della comunità Lbgt e per tutta la popolazione, per fare informazione, prevenzione e screening non solo per l’Hiv, ma per tutte le malattie sessualmente trasmissibili".

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