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Via Padova, la strada del terrore: “In un anno 300 aggressioni”

Da simbolo dell’integrazione a terreno di scontro tra opposizione e maggioranza: via Padova a Milano finisce sotto attacco. De Corato: “Ormai siamo alla guerra tra bande. Più di 300 reati in pochi mesi”. Sardone: “La situazione è in continuo peggioramento”.
A cura di Francesco Loiacono
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L'opposizione va all'attacco di Palazzo Marino su una delle vie simbolo dell'integrazione e del multiculturalismo a Milano: via Padova. Un simbolo che, a giudicare da quanto affermato da Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale in quota Fratelli d'Italia, vacilla: "Nelle scorse ore è avvenuto l'ennesimo episodio di accoltellamento in seguito al quale un extracomunitario è finito all'ospedale in gravissime condizioni. Ma si tratta solo dell'ennesima vicenda che coinvolge extracomunitari impegnati in regolamento di conti", afferma l'ex vicesindaco. "Ormai in via Padova e in tutta Milano siamo alla guerra fra bande. Più di 300 reati tra rapine furti e aggressioni solo nella zona di via Padova in pochi mesi, dall'inizio del 2014 fino a qualche settimana fa. Questi i dati raccolti in una recente inchiesta giornalistica condotta dalla testata regionale della Rai, diffusi durante l'edizione delle 14 del 29 novembre scorso".

Sardone: "Sangue e rifiuti, la situazione è in peggioramento"

Le parole di De Corato giungono dopo l'ennesima denuncia di Silvia Sardone, consigliera di zona 2 nelle file di Forza Italia. "I residenti della zona di Via Padova lamentano una situazione costante di insicurezza. In questi giorni c'è stato un episodio gravissimo di violenza tra via Conegliano e via Padova, fotografato da alcuni cittadini. Quella scia di sangue è l'emblema di una situazione in peggioramento: i regolamenti di conto, gli scontri tra ubriachi, le aggressioni tra baby gang, gli attacchi tra spacciatori per il controllo del territorio sono ormai quotidianità, nel silenzio generale".

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La Sardone, autrice in passato delle discusse foto dei bambini siriani che dormivano per terra in stazione Centrale, prosegue: "Spiace constatare che tutto questo sia conseguenza della mancata integrazione, del fallimento del modello del multiculturalismo tanto osannato dall'amministrazione arancione in questa via, dell'amministrazione che non capisce che questo è ormai un ghetto. Ma per gli abitanti del quartiere non è finita qui: oltre all'insicurezza c'è anche un grosso problema di degrado. Vie come via Clitumno, via Chavez, via Arquà sono ormai invase, a ogni ora, di rifiuti ingombranti. Operatori e controllori dell'Amsa sono persino minacciati dagli stranieri che con arroganza hanno deciso che i rifiuti vanno lasciati per strada, senza che qualcuno possa lamentarsi. Da tempo denunciamo le difficoltà della raccolta in queste zone, chiedendo maggiori controlli e telecamere ma purtroppo l'amministrazione non esiste e non interviene, lasciando che questa zona sia identificata come una periferia disastrosa".

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In via Esterle sorgerà la moschea

A rendere ancora più complicata la situazione dell'area – la stessa dove nel febbraio 2010, durante l'amministrazione Moratti, ci fu una rivolta degli immigrati dopo l'uccisione di un 19enne egiziano – c'è la possibilità che in via Esterle, una delle traverse di via Padova, sorga una delle moschee previste dal bando sui luoghi di culto pubblicato dal Comune: "Un piano che nasce illegittimo per palese violazione della legge regionale 12/2005. Pisapia lasci perdere il piano moschee. Alla città di Milano servono legalità e sicurezza", afferma De Corato.

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