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Vende maxi villa sul lago di Garda a 19 milioni di euro, ma ne dichiara 7: arrestato

La guardia di finanza di Desenzano del Garda ha scoperto una maxi frode fiscale relativa alla vendita di una lussuosa villa a Sirmione. L’immobile era stato venduto a 19 milioni di euro, ma la società proprietaria ne aveva dichiarati solo sette, nascondendo la plusvalenza di 12 milioni attraverso una rete di società estere.
A cura di Francesco Loiacono
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Sirmione
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Un imprenditore veronese, attivo nel Bresciano, ha venduto una maxi villa sul lago di Garda a 19 milioni di euro. Ma, tramite un "trucco" fiscale, ha dichiarato di averne incassati solo sette, ottenendo così una plusvalenza di 12 milioni di euro che ha tenuta nascosta al Fisco. Per questo motivo l'uomo è stato arrestato dai militari della guardia di finanza di Desenzano del Garda (Brescia), che hanno anche indagato a piede libero altre sei persone e hanno sequestrato 15 immobili e altri beni per un controvalore di oltre 4 milioni di euro. Le indagini delle Fiamme gialle sono durate due anni e avevano già portato, nel novembre scorso, all'arresto ai domiciliari di una donna, anche lei come l'imprenditore rappresentante legale della società gardesana venditrice della villa.

Un fitto sistema di società estere faceva da schermo

I militari si sono insospettiti proprio a causa del basso valore di vendita della villa in questione, una tenuta di Sirmione dotata di un ampio parco, un porticciolo privato e addirittura un eliporto. Le indagini hanno consentito di scoprire la frode fiscale, consistente non solo nella plusvalenza illecita generata, ma anche nella mancata dichiarazione dei redditi per tre anni. Per nascondere la plusvalenza gli arrestati e gli indagati avrebbero messo in piedi un vorticoso sistema di società estere, che dovevano fungere da schermo per il Fisco italiano. In particolare, il guadagno era stato nascosto prima in un conto corrente in Liechtenstein tramite una serie di operazioni societarie e finanziarie poste in essere da due fiduciarie svizzere. Queste a loro volta, su incarico degli imprenditori arrestati, hanno dapprima costituito una holding di diritto svizzero per poi far confluire la villa nel patrimonio di un’altra società lussemburghese. Allo stesso tempo le fiduciarie svizzere hanno ceduto ad un'altra società austriaca l’intero pacchetto azionario della holding svizzera (attuale proprietaria della villa sirmionese tramite la controllata società lussemburghese). Oltre ai 12 milioni di plusvalenza non dichiarati, si aggiungono oltre un milione di euro di base imponibile su cui non sono state pagate le tasse. L'ultima parte del vorticoso giro di schermatura messo in piedi è stata la scissione della società gardesana, iniziale proprietaria della villa, che ha trasferito tutti i propri beni ad un'altra società riconducibile sempre alla stessa famiglia di imprenditori bresciani.

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