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Velo vietato per chi vuole entrare negli uffici comunali di Sesto San Giovanni: polemiche

A Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, l’ingresso negli edifici pubblici è vietato a chi ha il volto coperto da un velo o da un casco integrale. La norma riprende un regolamento della Regione Lombardia entrato in vigore il primo gennaio 2016, che a sua volta riprende una legge nazionale. Il sindaco di Forza Italia Roberto Di Stefano ha precisato: “Vietato l’accesso a chi porta il casco, passamontagna, burqa e niqab”. Polemico il Pd locale: Specificare usi e costumi religiosi sembra più dettato dalla volontà di inasprire il clima che non dalla legittima preoccupazione di garantire sicurezza ai cittadini”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano (al centro) con i cartelli che vietano l'ingresso a volto coperto negli uffici comunali (Facebook)
Il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano (al centro) con i cartelli che vietano l'ingresso a volto coperto negli uffici comunali (Facebook)

Il Comune di Sesto San Giovanni, l'ex Stalingrado d'Italia alle porte di Milano, ha deciso di seguire l'esempio della Regione Lombardia dando attuazione alla norma regionale che impedisce l'ingresso nelle strutture pubbliche (ospedali, Asl, uffici) a chi indossa il velo o anche un casco integrale: "D'ora in poi, negli edifici pubblici, è vietato l'ingresso col volto coperto – ha scritto alcuni giorni fa sul proprio profilo Facebook il sindaco Roberto Di Stefano, che l'anno scorso strappò Sesto al centrosinistra per la prima volta dal Secondo dopoguerra – La norma è contenuta nel nuovo regolamento di polizia urbana e segue la legge regionale sul tema. Vietato, negli uffici comunali, l'accesso a chi porta il casco, passamontagna, burqa e niqab. Un'altra decisione per la sicurezza dei cittadini!", ha scritto il primo cittadino, che si è fatto ritrarre in foto con i cartelli che sono stati affissi davanti al Municipio, riportanti i disegno sbarrati di un casco, un passamontagna e un burqa e la scritta: "Per ragioni di sicurezza, è vietato l'ingresso con il volto coperto".

Come scritto dal sindaco, la norma varata dal Comune di Sesto San Giovanni segue quella entrata in vigore dal primo gennaio del 2016 in tutti gli edifici pubblici della Regione, inclusi gli ospedali. Una norma che però non viene sempre fatta osservare in maniera puntigliosa, per ovvie ragioni: il velo islamico è infatti un oggetto che attiene al credo religioso, la cui libertà di professione è un principio sancito dalla Costituzione. Era per questo motivo che già la norma del Testo unico di pubblica sicurezza che vieta di entrare in alcuni luoghi indossando caschi o altri indumenti che rendano difficile l'identificazione, richiamata dall'allora governatore lombardo Maroni per giustificare il regolamento regionale, prevedeva delle eccezioni, tra cui quelle inerenti la religione e i dettami imposti da alcune fedi. Adesso, però, la decisione del 39enne sindaco sestese di Forza Italia rischia di produrre situazioni imbarazzanti all'ingresso degli uffici pubblici. Non mancano le polemiche: "Dopo il regolamento regionale di 3 anni fa, prodotto dalla Lombardia a trazione leghista, che a sua volta ribadiva una legge nazionale, arriva quindi anche un "regolamento sestese", ha scritto su Facebook la capogruppo del Pd locale Roberta Perego: "Tra l’altro non mi ricordo ci siano stati precedenti tali da motivarne la necessità: insomma, a memoria mia (ma posso sbagliare) di orde di persone con passamontagna o burqa che stringevano d'assedio gli uffici comunali non è che ci sia mai stata traccia – ha aggiunto Perego – Sapete cosa penso? Specificare usi e costumi religiosi senza limitarsi alla semplice dicitura ‘a volto coperto/non riconoscibile', mi sembra più dettato dalla volontà di inasprire il clima che non dalla legittima preoccupazione di garantire sicurezza ai cittadini. Sarò in malafede io?".

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