Università Statale, approvato il numero chiuso: studenti sdraiati a terra per protesta

Dopo un primo tentativo andato a vuoto, il senato accademico dell'Università Statale si è riunito nuovamente nella giornata odierna per votare l'introduzione del numero chiuso nelle Facoltà umanistiche. Come avvenuto lo scorso 16 maggio, anche oggi studenti di collettivi universitari hanno messo in scena una protesta per impedire il voto. Alcuni ragazzi del Cut – Collettivo universitario The Take – si sono sdraiati per terra all'ingresso del rettorato bloccando l'accesso: "Non calpestate il diritto allo studio!" hanno poi scritto i ragazzi su Facebook.
Nonostante la protesta, a sorpresa è passata la mozione sostenuta dal rettore Gianluigi Vago: dal prossimo anno accademico anche i cinque corsi di laurea triennale dei dipartimenti umanistici (Storia, Filosofia, Lettere, Beni culturali e Geografia) saranno a numero chiuso. Diciannove i voti favorevoli, 10 i contrari e 6 gli astenuti. Il numero chiuso nei corsi di laurea umanistici della Statale è stato deciso per fronteggiare l'aumento di iscritti alle Facoltà umanistiche, che hanno registrato negli ultimi anni un vero e proprio boom. L'Ateneo non ha però soldi per pagare nuovi docenti, come impone il Miur in base a nuovi vincoli decisi da un decreto del dicembre 2016. La strada ipotizzata dal senato accademico e dal rettore, Gianluca Vago, era stata quindi quella di introdurre test di accesso obbligatori ai cinque corsi di laurea triennale dei dipartimenti umanistici. Dopo l'approvazione della mozione, restano solo quattro i corsi della Statale ad accesso libero: Giurisprudenza, Fisica, Matematica e Geologia.
Lo scorso 16 maggio erano stati gli "Studenti Indipendenti" a spiegare la posizione di chi è contrario al numero chiuso: "Noi siamo contrari al numero chiuso, non solo perché i test utilizzati per metterlo in atto risultano in ogni caso arbitrari, ma soprattutto perché il numero chiuso è figlio di una logica che considera l’università un’istituzione esclusivamente professionalizzante e, nel caso specifico, di una svalutazione delle discipline umanistiche e di tutte quelle discipline che non sono principalmente finalizzate alla produzione di profitto".