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Un microcellulare nascosto nello shampoo: era destinato a un detenuto del carcere di Cremona

Gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Cremona hanno sequestrato un microcellulare nascosto nel flacone di uno shampoo. L’apparecchio, grande quanto un accendino, era destinato a un detenuto che in questa maniera avrebbe potuto comunicare con l’esterno. Non è il primo caso: il segretario del Sappe ha chiesto di schermare i penitenziari per impedire l’utilizzo di questi piccoli telefoni.
A cura di Francesco Loiacono
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I microcellulari sequestrati lo scorso novembre nel carcere di Secondigliano
I microcellulari sequestrati lo scorso novembre nel carcere di Secondigliano

Si chiamano microcellulari e sono dispositivi lunghi al massimo 6-7 centimetri che possono essere facilmente nascosti, anche in parti del corpo dove "non batte il sole". Sono in vendita su molti siti di e-commerce (Amazon e E-Bay) e sono il mezzo attraverso il quale anche chi non potrebbe avere un cellulare, come i detenuti, riesce a restare in contatto con l'esterno. L'ultimo sequestro di un microcellulare è avvenuto nel carcere di Cremona. A denunciare l'episodio è stato il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, il Sappe. Gli agenti in servizio nel penitenziario cremonese si sono insospettiti per l'insistenza con cui un detenuto continuava a chiedere che gli venisse consegnato un pacco che gli era stato spedito. Nel pacco, tra i vari oggetti, c'era anche un flacone di shampoo. Da più approfonditi controlli gli agenti di polizia penitenziaria hanno scoperto che nello shampoo era stato nascosto proprio un microcellulare che è stato poi sequestrato.

Microcellulari sequestrati anche in altre carceri

Non è il primo caso: lo scorso novembre nel carcere di Secondigliano a Napoli erano stati sequestrati diversi di questi apparecchi, grandi quanto un accendino, che alcuni detenuti utilizzavano e poi nascondevano addirittura tra i glutei. Di fronte all'ennesimo sequestro il segretario generale del Sappe Donato Capece ha pertanto suggerito che gli istituti penitenziari vengano schermati affinché sia reso di fatto impossibile comunicare all'esterno anche con i microcellulari.

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