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Uccisa dal monossido nella sua casa di Pieve d’Olmi: Procura apre inchiesta sulla morte di Patrizia

La procura di Cremona ha aperto un’inchiesta sulla morte della 47enne Patrizia Bonvini, uccisa dalle esalazioni di monossido di carbonio nella sua villetta di Pieve d’Olmi: la donna è stata soccorsa insieme con il figlio, il marito e un vicino di casa. I tre sono stati dichiarati tutti fuori pericolo.
A cura di Chiara Ammendola
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Patrizia Bonvini
Patrizia Bonvini

La Procura della Repubblica di Cremona ha aperto un'inchiesta sulla morte della 47enne Patrizia Bonvini, l'infermiera uccisa la scorsa notte dalle esalazioni di monossido di carbonio di cui era satura la villetta dove viveva a Pieve d'Olmi, in provincia di Cremona. La donna è stata soccorsa insieme con il marito 49enne, il figlio di soli 18 anni e il vicino di casa: i tre nonostante siano stati soccorsi in condizioni disperate sono poi stati trasportati in ospedale e affidati alle cure dei medici e giudicati fuori pericolo. Il più grave dei tre, il ragazzo di 18 anni, è stato trasportato in elisoccorso agli Spedali Civili di Brescia dove è stato trattato in camera iperbarica. Mentre il marito e il vicino sono stati ricoverati al Maggiore e nel polo sanitario della città della Leonessa.

Fuori pericolo il figlio, il marito e il vicino di casa

A salvare la vita a padre e figlio è stato proprio il vicino di casa che per primo ha lanciato l'allarme ieri sera dopo che entrato nella villetta della famiglia ha trovato riversi sul pavimento i due. Poi si è sentito male a sua volta ed è stato soccorso dal personale medico: per Patrizia invece non c'è stato nulla da fare. La 47enne era in bagno intenta a fare una doccia quando ha perso i sensi a causa delle esalazioni di monossido. Quando è giunta in ospedale le sue condizioni erano disperate e i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso: sul posto sono accorsi oltre al personale medico anche i carabinieri che hanno effettuato i rilievi e raccolto tutte le testimonianze utili a ricostruire l'accaduto.

Si indaga per capire la provenienza delle esalazioni di monossido

Al momento due le ipotesi più probabili: una è che il monossido sia fuoriuscito proprio dalla caldaia del bagno dove si trovava Patrizia, e una seconda che vede il caminetto acceso nel soggiorno come fonte di monossido. Saranno le perizie tecniche già disposte dalla magistratura a sciogliere i dubbi. Intanto amici e colleghi di Patrizia piangono una donna amata e stimata da tutti, mentre il sindaco di Pieve d'Olmio, Attilio Zabert, ha espresso il proprio cordoglio ai familiari della donna, chiedendo "come possano accadere incidenti simili, nonostante tutti i controlli che vengono fatti per garantire la sicurezza degli impianti".

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