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Uccide due persone e si suicida: chi è Cosimo Balsamo, il killer che ha seminato il terrore nel Bresciano

Cosimo Balsamo, pregiudicato 67enne, ha seminato il terrore nel Bresciano: ha ucciso a colpi di fucile due imprenditori a Flero e Carpeneda di Vobarno e poi, intercettato dai carabinieri ad Azzano Mella, si è suicidato. Il killer nel 2009 era stato condannato per aver fatto parte della banda dei tir: era ossessionato dalla confisca dei suoi beni.
A cura di Francesco Loiacono
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Ha ucciso due persone a colpi di fucile e ne ha ferita una terza. Poi, dopo una folle fuga tra i comuni della provincia bresciana, il 67enne Cosimo Balsamo è stato intercettato dai carabinieri ad Azzano Mella. Qui, dopo un conflitto a fuoco con i carabinieri, si è suicidato. È finito intorno alle 15.30 l'incubo per i cittadini di Brescia e provincia, iniziato attorno alle 11 del mattino. Un uomo armato di un fucile e tre pistole, con una scorta di munizioni, ha seminato il terrore tra i comuni di Flero, Carpeneda di Vobarno e Azzano Mella. Ad agire, in preda probabilmente a un irrefrenabile desiderio di vendetta, è stato il 67enne Cosimo Balsamo. L'uomo, originario di Brindisi, era già noto alle forze dell'ordine: nel 2009 era stato condannato per aver fatto parte della "banda dei tir" che aveva saccheggiato camion che trasportavano metalli nel Nord Italia. Lo scorso gennaio, invece, si era arrampicato sul tetto del tribunale di Brescia per protestare contro la confisca dei suoi beni.

Il killer era ossessionato dalla confisca dei suoi beni

Proprio la confisca dei suoi beni è l'ossessione che probabilmente ha spinto il 67enne a compiere la strage odierna, che poteva avere anche un bilancio più pesante. Le vittime del killer, poi suicida, sono il 78enne Elio Pellizzari, imprenditore, e il 61enne James Nolli, che era stato coimputato di Balsamo nel processo per la "banda dei tir". Una terza persona, un altro imprenditore di 75 anni, è stato ferito dal killer: si tratta di Giampiero Alberti. Dopo la condanna del 2009 Balsamo aveva recentemente chiesto la revisione della sentenza di condanna a sette anni e quattro mesi della Corte d'appello di Brescia per associazione a delinquere furto e ricettazione. Quest'ultima accusa, in particolare, gli era costata la confisca dei beni. Nella richiesta Balsamo lamentava che Nolli, coimputato e oggi una delle sue vittime, era stato condannato per furto, mentre lui per ricettazione: Balsamo invece aveva sempre sostenuto di aver personalmente rubato i mezzi con cui la "banda dei tir" depredava aziende che lavoravano metalli e altro. La sua richiesta di revisione della sentenza era stata respinta dalla Corte d'appello di Venezia e poi dalla Cassazione.

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