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Turismo, Sirmione prova a ripartire: “Flussi regolamentati e meno auto nel centro storico”

Sirmione, rinomata località turistica sul lago di Garda, si sta preparando per una delle più difficili stagioni estive della sua storia. “Abbiamo perso i tre mesi da marzo a maggio, una parte importante di stagione – dice il vice sindaco Mauro Carrozza a Fanpage.it -. Per l’estate pensiamo a una forma attiva di regolamentazione dei flussi: quando si raggiungerà un numero limite di persone che hanno riempito il centro non sarà più possibile accedere. E nel centro storico vogliamo contenere al lumicino il traffico veicolare per garantire la sicurezza delle persone, turisti giornalieri o residenziali”.
A cura di Francesco Loiacono
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Castello di Sirmione (Wikipedia).
Il castello di Sirmione (Wikipedia)
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L'impatto del coronavirus sul turismo si prospetta devastante. Nel resto d'Italia si dibatte su come poter garantire l'accesso agli stabilimenti balneari compatibilmente con le misure di distanziamento sociale, in maniera da poter far sì che un numero, comunque ridotto di persone, possa trascorrere almeno qualche giorno al mare. In Lombardia turismo estivo significa soprattutto laghi: e Sirmione, perla del lago di Garda, è una delle mete più rinomate. Lo scorso anno le presenze sono state un milione e 250mila, secondo quanto riferisce il vice sindaco Mauro Carrozza a Fanpage.it. A lui abbiamo chiesto come Sirmione si sta preparando per una delle più difficili stagioni estive della sua storia.

Vice sindaco, come state lavorando sul territorio?

Quello che possiamo fare noi a livello locale è creare un lavoro di squadra tra le varie categorie coinvolte dal progetto di rigenerazione turistica. Stiamo lavorando con grande impegno con gli albergatori, ristoratori, con i commercianti e con la rete degli artigiani che li sostengono per poter riaprire non appena i provvedimenti ce lo consentono, lavorando su due direttrici: garantire la sicurezza dei turisti e quella dei lavoratori.

A proposito di ristoratori: alcuni stanno protestando contro le modalità previste per la riapertura di bar e ristoranti, dicendo che conviene restare chiusi perché riaprire non conviene. I titolari dei locali di Sirmione sono propensi ad aprire?

Sì, l'intendimento è di aprire, seppur con le limitazioni.

Come gestirete il flusso di turisti che sceglierà Sirmione?  

Ci sarà una canalizzazione diversa dei flussi di turisti in arrivo. Perché Sirmione d'estate è presa d'assalto dai turisti e il distanziamento che oggi è richiesto prevede modalità d'accesso diverse da quelle degli anni scorsi.

Pensate anche a sensi unici pedonali sulla penisola o ad altro?

Stiamo valutando come far sì che le persone che arrivano lo facciano con flussi regolati e che garantiscano distanziamento, abbiano spazi adeguati di compensazione tra chi entra e chi esce e ci sia la possibilità di passeggiare senza avere dei contatti inadeguati.

Pensate quindi a un contingentamento, a un numero chiuso?

Non appiattiamoci sul discorso del numero chiuso: sicuramente ci sarà una regolamentazione diversa. Quando si raggiungerà un numero limite di persone che hanno riempito il centro non sarà più possibile accedere. Più che numero chiuso parlerei di una regolamentazione dei flussi, ma che avverrà molto prima del centro storico. Il controllo sarà viabilistico, nei parcheggi. Una volta che i parcheggi, il cui numero sarà predeterminato, saranno esauriti non sarà possibile in quella giornata accedere. I pullman potranno arrivare dopo aver prenotato oppure sulla base di un certo numero di stalli. Sarà necessario regolare gli accessi, che non vuol dire però mettere un numero chiuso, ma gestirli quotidianamente in base al numero degli arrivi e alla giornata, per esempio anche in base al meteo. Sarà una forma attiva di regolamentazione dei flussi, ma è in divenire.

C'è qualche progetto specifico a cui state lavorando?

Una cosa che è già concreta a livello di idea riguarda i parcheggi. Prima la metà degli ospiti alberghieri lasciava le auto nel nostro parcheggio comunale e gli altri le lasciavano nei posti riservati agli alberghi in centro. Adesso invece tutti i turisti raggiungeranno alle pendici del castello il parcheggio attrezzato e custodito, lì verranno ricevuti e trasportati insieme ai bagagli tramite mezzi elettrici agli alberghi di destinazione. Quindi non si entrerà più nel centro storico con l'auto: alleggerire il traffico dei veicoli nel centro storico è un modo per garantire il distanziamento e permettere l'accesso ai pedoni, consentendo ai turisti e ai residenti di camminare serenamente rispettando il distanziamento.

Meno auto più persone, quindi. 

Esatto: contenere al lumicino il traffico veicolare per garantire la sicurezza delle persone, turisti giornalieri o residenziali.

Per quanto riguarda nello specifico i lidi sul lago, come si stanno preparando?

Non abbiamo lidi tradizionali, sono situazioni diverse, più immerse nel verde. Ogni gestore si sta attrezzando per rispettare il distanziamento, quindi ci sarà una presenza di persone ridotta in maniera che si tuteli la salute. Saranno in funzione, ma con i limiti della normativa.

L'anno scorso quante furono le presenze turistiche?

I turisti residenziali censiti sono stati 1 milione e 250mila durante l'anno. Parliamo di pernottamenti a Sirmione, le cosiddette presenze.

Per quest'anno avete fatto qualche stima? 

Saranno sicuramente di meno perché abbiamo perso marzo, aprile e maggio, mesi sempre importanti a livello turistico per via dei ponti, la Mille Miglia e perché arrivano molti tedeschi per la Pentecoste. Perdere quei tre mesi significa aver perso una parte importante di stagione.

A proposito di turisti dall'estero, Sirmione e il lago di Garda sono sempre state mete molto gettonate. Questo sarà un problema in più? 

La presenza dei turisti esteri è fortissima e composita. Non solo tedeschi, ma anche inglesi, visitatori dai Paesi dell'Est, francesi e olandesi. Questo in un momento del genere diventa un tallone d'Achille, perché questo sarà l'anno del turismo di prossimità, sarà l'anno in cui avremo la preminenza di turisti italiani visto il blocco delle frontiere e dei voli aerei. Sarà dunque un turismo interno, domestico, fatto di visitatori italiani che accoglieremo con piacere.

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