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Truffa delle onlus, a processo chi ha lucrato per milioni di euro sull’accoglienza dei migranti

Finiscono a processo a Milano le undici persone indagate nell’ambito dell’inchiesta “Fake onlus”, che lo scorso luglio aveva portato all’esecuzione di 11 misure cautelari da parte della guardia di finanza di Lodi. Gli indagati, secondo le accuse, avrebbero lucrato sull’accoglienza dei migranti ottenendo illecitamente circa 7,5 milioni di euro attraverso il sistema dei bandi pubblici, vinti anche grazie alla presentazione di documenti falsi. L’imprenditrice ritenuta la mente della presunta associazione a delinquere, unica tra gli indagati a finire in carcere, sarà processata con rito immediato.
A cura di Redazione Milano
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Nuova tappa giudiziaria nella vicenda dell'inchiesta "Fake onlus", scoppiata lo scorso luglio a Lodi con 11 arresti. Finiscono a processo alcuni degli indagati che, secondo le accuse, avrebbero lucrato sull'accoglienza dei migranti ottenendo illecitamente circa 7,5 milioni di euro attraverso il sistema dei bandi pubblici, vinti anche grazie alla falsificazione di alcuni documenti. Il pubblico ministero di Milano Gianluca Prisco ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Carlo Ottone De Marchi il processo con rito immediato per alcuni degli indagati, quelli che sono ancora sottoposti a misure cautelari. Tra questi c'è Daniela Giaconi, l'unica tra le 11 persone coinvolte finita in carcere (per cinque erano stati disposti gli arresti domiciliari, mentre per altre cinque l'obbligo di dimora) nonché colei che, secondo gli inquirenti, era la "mente" della presunta associazione per delinquere a fini di truffa e autoriciclaggio scoperta dall'inchiesta della guardia di finanza di Lodi. Per gli altri indagati è stato chiesto il rinvio a giudizio: l'udienza preliminare è in programma a novembre, quando si terranno anche le udienze per i riti immediati e gli eventuali riti alternativi.

L'inchiesta venuta a galla lo scorso luglio con le 11 misure cautelari aveva coinvolto quattro Onlus riunite in un consorzio ("Area Solidale", "Milano Solidale", "Gli amici di Madre Teresa" e "Volontari senza frontiere"), che tra il 2014 e il 2018 avrebbero organizzato una truffa per partecipare ai bandi pubblici indetti dalle prefetture di Lodi, Pavia e Parma per gestire l'accoglienza di centinaia di migranti, ottenendo indebitamente milioni di euro. Oltre 4,5 milioni di euro sarebbero stati poi utilizzati dalla Giaconi e dagli altri indagati (sette su 11 sono donne) a fini personali. Ad esempio la Giaconi, che ha numerosi precedenti alle spalle e per questo aveva bisogno di prestanome per partecipare ai bandi pubblici, con i soldi ottenuti indebitamente dalla gestione illecita delle onlus si sarebbe comprata una casa e un negozio a Milano.

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