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Frecciarossa deragliato a Lodi

Treno deragliato, in un fonogramma il via libera al Frecciarossa: “Deviatoio in posizione normale”

“Deviatoio n. 05 disalimentato e confermato in posizione normale”. All’attenzione degli inquirenti lodigiani che indagano sul deragliamento del Frecciarossa 9595, che ha provocato la morte di 2 macchinisti e il ferimento di 31 persone, c’è un fonogramma arrivato nella notte che dava il via libera al passaggio del treno ad alta velocità dopo un intervento di manutenzione effettuato su uno scanbio. Il deviatoio, però, stando a quanto riferito dal procuratore di Lodi, non era nella posizione prevista e per questo, passando in quel punto a 298 chilometri orari, il treno è uscito dai binari.
A cura di Simone Gorla
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Il treno Frecciarossa deragliato a Lodi
Il treno Frecciarossa deragliato a Lodi
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Deviatoio n. 05 disalimentato e confermato in posizione normale come da fonogramma n. 78/81 fino a nuovo avviso”. L'attenzione degli investigatori che indagano sulla tragedia del Frecciarossa 9595 deragliato ieri mattina a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) si concentra su un fonogramma arrivato ai macchinisti che dava il via libera al passaggio del treno ad alta velocità dopo un intervento di manutenzione effettuato nella notte per sostituire uno scambio.

Frecciarossa deragliato, il via libera dopo i lavori: "Deviatoio in posizione normale"

Stando alla comunicazione, che è stata pubblicata da Il Fatto Quotidiano e Repubblica, il deviatoio sostituito era "in posizione normale" dopo che era stata tolta la corrente elettrica per consentire i lavori. In base a questo messaggio i ferrovieri Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo, entrambi deceduti nello schianto, hanno lanciato il Frecciarossa a 298 chilometri orari. Al passaggio sullo scambio, però, la motrice è uscita dai binari come un proiettile e si è rovesciata e schiantata contro un edificio. Oltre ai due macchinisti che hanno perso la vita, altre 31 persone sono rimaste ferite in modo non grave.

Le indagini della procura di Lodi

Proprio su questo intervento di manutenzione effettuato dal personale interno di Rfi (Reti Ferroviarie Italiane) si concentrano gli inquirenti lodigiani e la polfer. "Lo scambio doveva essere posto in una certa posizione e così non era", ha detto il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro. Al momento l'unica certezza è che non si è trattato di un attentato o un sabotaggio volontario. L'ipotesi a cui si lavora è quella dell'errore umano da parte della squadra che ha effettuato l'intervento di manutenzione. Un errore che il sofisticato sistema di controllo a bordo del treno non ha rilevato. Di certo il caposquadra al termine dei lavori, attorno alle 4 di notte, ha avvertito la sede di Livraga, che poi ha riferito alla Direzione territoriale di Bologna, che il lavoro era stato eseguito correttamente e in quel tratto la linea era percorribile. È partita così la comunicazione in base alla quale i macchinisti hanno lanciato il treno in corsa, per l'ultima volta.

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