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Frecciarossa deragliato a Lodi

Treno deragliato a Lodi, non solo errore umano ma anche problema tecnico alla base dell’incidente

Ci sarebbe anche un problema tecnico alla base dell’incidente ferroviario avvenuto a Lodi il 6 febbraio e costato la vita a due dipendenti di Rfi: non solo dunque un errore umano come ipotizzato inizialmente dalla procura che ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario e omicidio colposo. È quanto emerso dai rilievi in corso in questi giorno alla presenza di consulenti tecnici, agenti della Polfer e inquirenti.
A cura di Chiara Ammendola
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Il treno Frecciarossa deragliato a Lodi
Il treno Frecciarossa deragliato a Lodi
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Potrebbe esserci anche un problema tecnico e non solo "un errore umano" alla base del deragliamento del treno Frecciarossa avvenuta a Casaletto Lodigiano lo scorso 6 febbraio e costato la vita al macchinista Giuseppe Cicciù, 51 anni, e al ferroviere Mario Dicuonzo, 59. È quanto emerso dagli accertamenti in corso in questi giorni da parte della procura di Lodi che ha nominato due tecnici per appurare le motivazione dell'incidente ferroviario che ha causato anche il ferimento di 31 persone: l'inchiesta aperta per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni multiple vede iscritti nel registro degli indagati non solo la squadra di operai che effettuato i lavori sullo scambio incriminato poche ore prima dell'incidente ma anche la stessa Rfi in base alla legge 231 per la responsabilità amministrativa degli enti.

In corso gli accertamenti da parte dei consulenti tecnici nominati dalla procura

I quattro operai e il caposquadra interrogati dal pm hanno sostenuto di essere intervenuti nell'ambito di normali lavori di manutenzione ma di aver lasciato lo scambio dritto e scollegato alla rete una volta terminato l'intervento: il treno però, una volta raggiunto il cosiddetto punto zero, ovvero il punto in cui è deragliato, non ha proseguito dritto perché lo scambio non era in posizione corretta. Lo scambio posto in posizione errata avrebbe fatto deragliare la motrice. Sempre secondo quanto emerso dalle indagini in corso da parte degli uomini della Polfer e del Nucleo operativo incidenti ferroviari, la centrale di Bologna non ha letto la posizione dello scambio errata ma in maniera corretta: "Se la centrale di Bologna legge corretto quel segnale c'è un problema elettrico paradossalmente – avrebbe spiegato una fonte – potrebbe non essere solo un errore. Se il problema potrebbe essere di natura elettrica, ora è da capire cosa potrebbe averlo originato". Almeno due dunque gli errori che hanno portato all'incidente ferroviario, anche se resta da capire se lo scambio fosse o meno collegato alla rete quando gli operai hanno terminato i lavori.

A Pioltello i funerali del ferroviere Mario Dicuonzo

Intanto si sono svolti quest'oggi a Pioltello, comune del Milanese dove risiedeva con la famiglia, i funerali di Mario Dicuonzo, la seconda vittima dell'incidente ferroviario. A dare l'ultimo saluto al ferroviere 59enne che sarebbe andato in pensione a fine anno tantissime persone, tra famigliari, amici e colleghi. Questi ultimi hanno voluto ricordare a Fanpage.it la bontà d'animo del collega, considerato da tutto l'anello di congiunzione tra la vecchia e la nuova generazione di ferrovieri: "Era l'emblema di chi trasmette agli altri. Il ricordo commosso di macchinisti, capotreni e conduttori fa capire quanto fosse amato e stimato", le parole commosse pronunciate dai colleghi al termine dei funerali. Si occupava anche della formazione dei colleghi più giovani e per questo era noto e amato da tutti: "Era un uomo buono Mario, e non sono parole di circostanza: è davvero così". Ieri si sono svolti invece i funerali dell'altra vittima, il macchinista Giuseppe Cicciù.

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