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Trasporti, Fontana: “Chi impedisce l’accesso ai treni? Dipendenti Trenord non hanno titolo”

Chi controllerà gli accessi ai treni? I dipendenti di Trenord potranno bloccare i passeggeri di troppo? Chi vigilerà nelle 400 stazioni della Lombardia? Le corse garantite saranno sufficienti? Il sistema dei trasporti ferroviari lombardi si avvicina alla fase due con più dubbi che certezze. Il governatore Attilio Fontana e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, hanno espresso la loro preoccupazione al premier Giuseppe Conte.
A cura di Simone Gorla
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In vista della fase due quello dei trasporti rimane il grande problema irrisolto della Lombardia. Il governatore Attilio Fontana e il sindaco di Milano Giuseppe Sala lo hanno ricordato ieri al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante un vertice alla prefettura di Milano.

Trasporti, Fontana: Chi deve impedire l'accesso ai treni?

"I trasporti sono la mia grande preoccupazione", ha confessato il primo cittadino milanese. Nel capoluogo lombardo Atm ha realizzato la segnaletica su metro e bus per indicare le distanze da tenere a bordo e sperimentato gli accessi programmati ai treni. Anche il presidente della Lombardia ha espresso i propri dubbi al premier. "Se qualcuno deve impedire a qualcun altro di salire su un mezzo, deve avere titolo per farlo, i dipendenti di Trenord non hanno titolo", ha spiegato Fontana, che ribadito anche di essere a favore dell'uso esterno della mascherina in tutte le situazioni.

In Lombardia ci sono oltre 400 stazioni: dubbi sulla sorveglianza

Quello dei controlli a bordo dei treni e nelle stazioni è un problema già sollevato anche da Trenord e dall'assessore regionale ai Trasporti, Claudia Maria Terzi. Ridurre il numero di passeggeri potrebbe non bastare. La rete ferroviaria lombarda si snoda su oltre 1.800 km di binari e conta circa 400 stazioni. Il tema dei controlli sugli accessi è quindi estremamente complesso da affrontare. Capitreno e addetti alla sicurezza non sono abbastanza per garantire un afflusso ordinato a bordo di tutti i treni. Soprattutto, non hanno il titolo per bloccare i passeggeri "di troppo" e costringerli ad aspettare il convoglio successivo. Questo lavoro dovrebbe spettare quindi alle forze dell'ordine? Anche in questo caso le risorse umane non sarebbero sufficienti per coprire tutte le stazioni. Per questo il problema posto da Fontana al premier è uno dei più urgenti a cui dare risposta in vista delle riaperture del 4 maggio. Intanto Trenord ha coinvolto circa 500mila utenti in un sondaggio per comprendere come saranno le loro abitudini di lavoro e viaggio e provare a calibrare l'offerta.

Le corse garantite da Trenord basteranno?

Restano dubbi anche sul numero di corse garantite al momento della ripartenza. Trenord ha garantito che il servizio sarà adeguato e in linea con l'aumento dei passeggeri. Dubbi in merito vengono sollevati dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Nicola Di Marco. "Abbiamo letto con molta perplessità le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Trenord in cui veniva ipotizzato la possibilità di garantire nella nuova fase solo il 60 per cento delle corse – dichiara il consigliere -. Un'idea incompatibile con le misure di distanziamento sociale che garantiscono la sicurezza dei passeggeri e lavoratori perché un numero di corse ridotto è sinonimo di affollamento".

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