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Traffico di droga, 20 arresti: tonnellate di hashish tra il Marocco e l’Italia

Venti persone sono state arrestate tra Italia e Spagna nell’ambito di un’operazione contro il traffico di droga. Sgominata un’organizzazione che importava tonnellate di hashish dal Marocco all’Italia, passando per la Penisola Iberica. Il referente del gruppo criminale in Italia è stato catturato a Malaga: è il convivente della nipote di Maria Serraino, la donna che negli anni Ottanta gestiva lo spaccio di eroina in piazza Prealpi a Milano per conto della ‘ndrangheta.
A cura di Francesco Loiacono
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Uno dei passaggi di droga durante il viaggio tra Marocco e Italia
Uno dei passaggi di droga durante il viaggio tra Marocco e Italia

Venti persone arrestate, sei delle quali in Italia, e un fiorente traffico internazionale di stupefacenti dal Marocco al nostro Paese, passando per la Spagna, stroncato. Questo il bilancio dell'operazione "Buc", condotta dai carabinieri dei comandi provinciali di Varese e Milano sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo e con la collaborazione della polizia spagnola. Proprio in Spagna, a Malaga, è stato arrestato colui che è ritenuto il referente dell'organizzazione criminale in Italia: Denis Sarro. Si tratta di un nome non nuovo alle forze dell'ordine: Sarro è un pluripregiudicato per reati di droga e già nel giugno del 2018 era stato arrestato sempre a Malaga, dove si nascondeva per sfuggire a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Milano. Ma Sarro ha anche stretti legami con Maria Serraino, la donna (ora defunta) soprannominata "mamma eroina" e che proprio della letale droga era ritenuta la regina, gestendone negli anni Ottanta (quelli del tragico boom dell'eroina) lo spaccio nella zona di piazza Prealpi, periferia Nord di Milano, per conto dell'omonima cosca di ‘ndrangheta. Sarro, 34 anni, è il convivente della nipote di Maria Serraino: insieme a lui sono finite in manette altre 19 persone, cittadini italiani e spagnoli tutti ritenuti vicini alla criminalità organizzata di entrambi i Paesi.

Come operava l'organizzazione criminale

Gli indagati avevano costituito un'organizzazione che aveva la sua base logistica a Malaga e importava grandi quantitativi di hashish dal Marocco alla Spagna e quindi in Italia. Tra l'Africa e l'Europa la droga veniva trasportata a bordo di gommoni e piccole imbarcazioni: poi veniva caricata su tir, furgoni e altri veicoli adibiti al trasporto di merci, dopo essere stata attentamente nascosta. Dall'inizio delle indagini, partite nei primi mesi del 2018, gli inquirenti hanno ricostruito tre grosse spedizioni: la prima di una tonnellata, la seconda di 300 chili e l'ultima di altri 370 chili di hashish. Nel primo caso la droga, passata dallo stretto di Gibilterra nella notte tra il 31 marzo e l'1 aprile del 2018, era stata ceduta in parte nella zona del Milanese. Nell'ultimo viaggio invece parte del carico era stato intercettato al mercato ortofrutticolo di Pagani, in provincia di Salerno: 230 chili di droga nascosti all'interno di un tir carico di arance.

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