Tifoso investito e ucciso prima di Inter-Napoli: in questura l’autista di una Renault
Non più la Volvo station wagon che era stata indicata in un primo momento, ma una Renault Kadjar nera. È questa l'auto che potrebbe aver investito Daniele Belardinelli, l'ultras varesino di 39 anni che lo scorso 26 dicembre morì all'ospedale San Carlo di Milano proprio per le conseguenze di quell'investimento, avvenuto durante gli scontri tra ultras dell'Inter (col supporto di tifoserie gemellate del Varese e del Nizza) e tifosi napoletani. Questi sarebbero, secondo quanto riporta il quotidiano "Il Mattino", gli sviluppi dell'inchiesta per omicidio volontario aperta dalla procura di Milano e condotta dai pubblici ministeri Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri, coordinati dal procuratore aggiunto Letizia Mannella. Le altre auto che erano state sequestrate dalla Digos napoletana sarebbero state scartate: le attenzioni degli inquirenti si sono quindi concentrate sulla Renault che presenterebbe segni compatibili con l'investimento di Belardinelli.
La relazione con gli esami sull'auto sarà depositata a giugno
Per avere certezze su una grave vicenda che ha scosso il mondo dello sport italiano, ma che forse è stata accantonata un po' troppo in fretta, saranno però necessari ancora alcuni mesi. La relazione finale con i risultati degli esami condotti sulla vettura sarà infatti depositata presumibilmente a giugno. Nel frattempo la persona che era alla guida della Renault lo scorso 26 dicembre, un tifoso del Napoli, è stato portato a Milano per un interrogatorio coatto in questura. Nel capoluogo lombardo sarebbero arrivati anche gli altri tre tifosi azzurri che erano a bordo della vettura la sera di Santo Stefano, quando nella zona di via Novara si scatenò una guerriglia tra ultras. Per gli scontri del 26 dicembre sono stati condannati cinque ultras (uno ha patteggiato): l'inchiesta per la morte di Belardinelli vede indagati con l'accusa di omicidio volontario una ventina tra ultras nerazzurri e del Napoli.