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“Ti spacco la faccia”: botte e minacce a disabili, arresti in un centro lager a Settimo Milanese

Due operatori di una struttura socio-sanitaria di Settimo Milanese, in provincia di Milano, sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri per maltrattamenti aggravati. Il centro, che ospita persone con disturbi psichici, era diventato una sorta di lager per due ospiti, un uomo e una donna affetti da autismo infantile e grave ritardo mentale. I due venivano picchiati, immobilizzati e intimiditi con frasi come “ti spacco la faccia”.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Picchiavano, immobilizzavano e intimidivano due disabili psichici ospiti di una struttura socio-sanitaria di Settimo Milanese, vicino Milano. Per questo due operatori sanitari assistenziali, entrambi cittadini italiani, sono stati arrestati nella mattinata di oggi, mercoledì 29 aprile dai carabinieri della locale stazione con l'accusa di maltrattamenti, aggravata dal fatto che le vittime sono persone ricoverate presso strutture socio-sanitarie. Il centro in questione, che ospita persone con disturbi psichici, era diventato una sorta di "lager", secondo quanto hanno ricostruito i militari dell'Arma al termine di una complessa indagine partita a febbraio dopo la denuncia dei responsabili della struttura e coordinata dalla procura della Repubblica di Milano.

Percosse al viso e torace ai danni dei due disabili

Le intercettazioni ambientali e le telecamere nascoste installate in alcune stanze del centro hanno consentito ai carabinieri di accertare quanto è avvenuto all'interno in più occasioni, a partire da gennaio di quest'anno. Due le vittime prese di mira dai due operatori arrestati: si tratta di un uomo e di una donna di 46 e 38 anni affetti da autismo infantile e grave ritardo mentale. I due venivano picchiati al viso e al torace, venivano loro immobilizzati gli arti e venivano umiliati e intimiditi con frasi e insulti come "sei una rincoglionita", "mettiti a dormire rompipalle" o "ti spacco la faccia". L'efferatezza delle azioni dei due operatori ha spinto il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano a emettere un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per i due dipendenti della struttura: resteranno nelle proprie abitazioni in attesa di rispondere delle loro azioni in tribunale.

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