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Covid 19

Test sierologici, il sindaco che anticipa Regione Lombardia: “Esami iniziati, proteggo la comunità”

Test sierologici a tappeto su tutta la popolazione, per capire chi non è ancora venuto a contatto con il virus e si deve proteggere, chi è contagioso e deve stare a casa, chi ha già superato la malattia ed è immunizzato. Cocquio Trevisago, in provincia di Varese, è uno dei comuni che hanno anticipato il presidente lombardo, Attilio Fontana, e avviato le analisi degli anticorpi sulla popolazione. “L’obiettivo è creare una cappa protettiva per la comunità”, spiega a Fanpage.it il sindaco Danilo Centrella, “la nostra non è un’azione contro Regione Lombardia. Sono contento che il governatore abbia seguito il nostro esempio. Quando arriveranno i loro test sarò il primo a volerli fare”.
A cura di Simone Gorla
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I primi test sierologici eseguiti a Cocquio Trevisago (Varese)
I primi test sierologici eseguiti a Cocquio Trevisago (Varese)
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Uno screening sierologico a tappeto gratuito e su base volontaria, che coinvolge un'ampia fetta della cittadinanza, per capire chi è sano, chi ha contratto il coronavirus e deve rimanere in isolamento e chi è già guarito e risulta immunizzato. È l'esperimento avviato a Cocquio Trevisago, piccolo comune della provincia di Varese. "Il nostro obiettivo è creare una cappa protettiva per la nostra comunità. Abbiamo iniziato questa mattina gli esami, che saranno effettuati ogni giorno fino a venerdì in sinergia con la Croce rossa medio Verbano, la Protezione civile, i volontari comunali e la polizia locale. Faremo 1.200 analisi, circa 300 al giorno, su cittadini che hanno chiesto in forma volontaria di essere sottoposti al test", racconta il sindaco Danilo Centrella a Fanpage.it al termine della prima giornata di prelievi.

Cocquio Trevisago, il comune che ha anticipato la regione sui test sierologici

Centrella, che è anche medico e primario di un ospedale in Piemonte, è nel gruppo dei primi cittadini lombardi che hanno anticipato il governatore Attilio Fontana, avviando per conto proprio i test. Tra gli altri ci sono anche Robbio, in provincia di Pavia, e Cisliano, nel Milanese. "La cosa importante quando si fa uno screening è avere degli obiettivi, perché non puoi farlo a tutti. Noi abbiamo scelto di analizzare le persone che sono più a rischio, quindi da un lato i soggetti con mobilità attiva – le persone che vanno al lavoro, gli operai, le forze dell'ordine – e dall'altro i soggetti fragili, le persone con problemi polmonari, oncologici o altre patologie", spiega il primo cittadino.  L'obiettivo dell'azione è "capire chi non è ancora venuto a contatto con il virus e si deve proteggere, chi adesso è contagioso e deve stare a casa, chi ha già superato il contagio quindi è immunizzato e potrebbe tornare al lavoro".

I test sono analoghi a quelli che il presidente lombardo Fontana ha deciso di avviare in tutta la regione al ritmo di 20mila al giorno. Come funzionano? Si basano sul fatto che l'organismo, quando viene attaccato da un virus, produce gli anticorpi. Nel sangue si possono trovare quelli di tipo Igm (che indicano una immunizzazione precoce, quindi un'infezione ancora in corso) o quelli di tipo  Igg (che indicano un'immunizzazione tardiva e danno “memoria” e protezione).

Il sindaco di Cocquio: Contento che Regione segua il nostro esempio

Quella dei sindaci "apripista" non vuole essere un'azione in contrasto alla giunta regionale. "Sono molto contento che Fontana abbia voluto iniziare a fare i test. La nostra non è un'azione contro Regione Lombardia, ma un tentativo di collaborare. Quando arriveranno i loro test sarò il primo a volerli fare. Però mi auguro che i numeri annuncianti aumentino velocemente, altrimenti ci vorranno quasi due anni per coprire tutta la Lombardia", osserva il sindaco Centrella. A Cocquio Trevisago i risultati delle analisi arriveranno dopo 24-48 ore. A quel punto i soggetti positivi saranno avvisati e indirizzati al medico curante. "Poi manderò una lettera ad Ats per illustrare i dati ottenuti – conclude il sindaco -. Li inviterà a utilizzare i nostri risultati per sottoporre al tampone chi risulta avere le immunoglobuline".

A Robbio analisi già effettuate, positivo il 10 per cento dei soggetti

Il sindaco di Robbio, Roberto Francese, ha dato il via libera ai test in anticipo rispetto alla giunta regionale e ne ha già effettuati molti. "Noi avevamo una cinquantina di casi di persone con chiari sintomi da covid-19, che purtroppo venivano ignorate dalle istituzioni sanitarie: non gli veniva fatto il tampone e nemmeno iniziata la cura", spiega il sindaco pavese, "allora ci siamo mossi in autonomia, abbiamo trovato questi test sierologici di laboratorio che dai primi test abbiamo visto essere molto accurati. Il risultato ha dimostrato che almeno il 10 per cento delle persone testate è positivo, molti hanno già finito la malattia e ora ha gli anticorpi. Purtroppo quando erano positivi e hanno chiesto il tampone non gli è stato fatto, così hanno contagiato molta altra gente.

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