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Telefonata Mantovani-Berlusconi: dalla spartizione delle nomine Aler a un lavoro per gli amici

Una telefonata tra Mario Mantovani e Silvio Berlusconi, agli atti dell’inchiesta che coinvolge l’ex vicepresidente della Lombardia arrestato lo scorso ottobre, fa emergere il sistema di spartizione del potere tra i partiti della maggioranza in Regione: i vertici delle Aler sono lottizzati tra i partiti. E il leader di Forza Italia chiede anche posti di lavori per persone a lui vicine.
A cura di Francesco Loiacono
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Uno spaccato eloquente su come funziona il sistema di spartizione del potere all'interno della Regione Lombardia. È quello che emerge dall'intercettazione di una telefonata tra Mario Mantovani e Silvio Berlusconi, pubblicata in esclusiva dal sito Giustiziami. L'ex vicepresidente della Regione Lombardia, arrestato lo scorso ottobre per un presunto giro di tangenti nella Sanità e attualmente agli arresti domiciliari, il 22 dicembre 2013 si sente con il leader di Forza Italia per avere consigli sulle nomine di alcuni dirigenti dell'Aler in programma il giorno successivo: è "la nomina più importante dell'anno", come spiega a Berlusconi. Segue dettagliata descrizione delle cinque agenzie lombarde per l'edilizia residenziale in ballo e la spiegazione, imbarazzante per la sua linearità, di come funziona il sistema delle nomine.

La spartizione delle nomine sull'Aler

Dopo aver spiegato che per l'Aler più grande, quella di Milano, si è deciso d'accordo con Maroni di nominare l'allora prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi (che sarà effettivamente nominato l'indomani, il 23 dicembre del 2013), Mantovani parla a Berlusconi delle restanti 5 agenzie:

A noi ne spetta una di queste quattro. Perché una va alla Lega, una va a noi, una va al Ncd e una va alla lista Maroni, che sono 12 consiglieri.

Berlusconi, interrogato da Mantovani su eventuali nomi da confermare o da proporre, parla dei "problemi" ancora aperti, cioè persone del suo entourage da sistemare:

Io ho anche il problema dell'uomo della Deborah Bergamini (deputata di Forza Italia, ndr) che è stato licenziato dalla Rai. È uno molto molto bravo, scrive dei bellissimi testi, usa la rete benissimo, è un bell'uomo ed è dei nostri al 100 per cento. Non so se tu hai qualche possibilità…

Mantovani però sembra perplesso e ricorda a Berlusconi che per la Asl di Monza avevano deciso di confermare Francesco Magnano, tra le proteste del M5s che lo aveva bollato come il "geometra di Arcore". Dopo un attimo di esitazione Berlusconi conviene:

Magnano è dei nostri e in più è il suo mestiere.

Ci pensa Mantovani a risolvere l'impasse:

Noi terremmo questo, poi mi mandi quello lì della Bergamini che gli trovo un posto. E poi lunedì penso sistemiamo definitivamente la Mariella Bocciardo mettendola nel Consiglio del Policlinico di Milano.

Maroni aveva detto: "Le nomine non sono oggetto di spartizione tra partiti"

Interessante annotare come, in merito alle precedenti nomine dell'Aler, il governatore della Lombardia Roberto Maroni avesse affermato, come risulta sul sito della Regione: "Non sono oggetto di spartizione tra i partiti, ma sono stati scelti per competenze e curriculum. Ascolto le proposte e poi decido". L'audio della telefonata tra Mantovani e Berlusconi sembra smentirlo clamorosamente.

La conversazione tra i due, che è agli atti dell'inchiesta su Mantovani per cui l'8 marzo si terrà l'udienza preliminare, termina con una richiesta fatta dal leader di Forza Italia (che non è indagato nell'inchiesta su Mantovani) all'ex vicepresidente lombardo:

Senti una cosa, hai visto che ho tenuto Rizzi? È qua, non è andato di là, è rimasto con noi. Io ho fatto una promessa. Tutto tranquillo, un posto di lavoro per il fratello, insomma…

Il riferimento è al consigliere comunale di Milano Alan Rizzi, autore nel dicembre 2013 di un repentino doppio cambio di casacca con il passaggio da Fi al Ncd e il subitaneo "ritorno a casa". Il prezzo da pagare sembra essere quello di un posto di lavoro per il fratello di Rizzi, figlio d'arte: il padre Enrico era stato sottosegretario con Spadolini e Fanfani. Per salutare l'amico Mantovani, Berlusconi non rinuncia a una battuta delle sue: "Non far mettere nel contratto che devono fare l'amore una volta alla settimana con la loro segretaria, eh". Per chi ascolta la telefonata, non possono che essere però risate amare.

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