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Tangenti, scarcerato l’ex vicepresidente della Regione Mantovani: andrà ai domiciliari

L’ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani è stato scarcerato e posto agli arresti domiciliari. Mantovani era stato arrestato 40 giorni fa con le accuse di concussione, corruzione e turbativa d’asta per episodi commessi tra il 2012 e il 2014. L’ex assessore alla Sanità della Lombardia ha sempre respinto le accuse.
A cura di Francesco Loiacono
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Dopo 40 giorni di carcere l'ex vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani è stato scarcerato e posto agli arresti domiciliari. Ad annunciare la notizia è stata la coordinatrice lombarda di Forza Italia, Mariastella Gelmini, nel corso di un convegno. Mantovani era stato arrestato con le accuse di concussione, corruzione e turbativa d'asta per vari episodi commessi tra il 2012 e il 2014: "Questa sera il senatore Mantovani, dopo quaranta giorni di carcerazione preventiva, potrà riabbracciare i propri cari", ha scritto in una nota l'ufficio stampa dell'ex assessore alla salute.

Il pm interroga l'assessore Garavaglia

Sempre lunedì il pubblico ministero di Milano Giovanni Polizzi, titolare dell'inchiesta su Mantovani, ha interrogato l'assessore regionale all'Economia Massimo Garavaglia, indagato per turbativa d'asta nello stesso filone di indagini. Sarebbe stato lo stesso Gravagli,a esponente della Lega nord, a chiedere di essere ascoltato prima della notifica di chiusura delle indagini. Secondo quanto risulta dagli atti dell'inchiesta, Garavaglia e Mantovani avrebbero agito in concorso per alterare l'esito di una gara per il servizio di trasporto di pazienti dializzati. I due avrebbero di fatto annullato l'esito di una gara indetta da tra Asl lombarde perché dalla stessa era rimasta esclusa una onlus operante nei comuni di riferimento di Mantovano e Garavaglia, la Croce azzurra Ticinia Onlus. Tra gli indagati risultano difatti il presidente della onlus e il direttore generale della Asl Milano 1.

Le accuse a Mantovani

Le accuse a Mantovani riguardano anche altri episodi, come la presunta concussione sul provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia, Pietro Baratono, cui Mantovani avrebbe segnalato Angelo Bianchi, un funzionario messo da parte in quanto inquisito per corruzione, al fine di riaffidargli incarichi operativi. C'è infine anche il capitolo corruzione: Mantovani avrebbe ricevuto utilità destinate a lui e a società ed enti a lui riconducibili da parte dell'architetto Parotti: in cambio delle prestazioni professionali Mantovani avrebbe promosso presso stazioni appaltanti pubbliche il conferimento di lavori e commesse a Parotti. Tutte le accuse sono respinte con forza dall'ex assessore lombardo alla Sanità, che tramite i suoi collaboratori ha dato vita a un sito ("Mantovani onesto"), nel quale smonta punto per punto le accuse mosse nei suoi confronti.

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