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Tangenti, il legale di Lara Comi chiede la revoca dei domiciliari: “Chi la accusa non è attendibile”

L’ex eurodeputata di Forza Italia, Lara Comi, agli arresti domiciliari dallo scorso 14 novembre, si è presentata davanti ai giudici del tribunale del riesame per chiedere la revoca della misura cautelare. “Ho sostenuto che non esistono motivi per cui venga confermata l’ordinanza di custodia, sia perché mancano i gravi indizi di colpevolezza sia perché non ci sono le condizioni per ritenere che Lara Comi possa reiterare i reati e quindi io ho chiesto al revoca dell’ordinanza”, ha spiegato a Fanpage.it l’avvocato Gian Piero Biancolella. La decisione dei giudici è attesa per la fine della settimana,
A cura di Simone Gorla
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Lara Comi al suo arrivo in tribunale a Milano (La Presse)
Lara Comi al suo arrivo in tribunale a Milano (La Presse)

Lara Comi ha chiesto di tornare in libertà. L'ex eurodeputata di Forza Italia, agli arresti domiciliari dallo scorso 14 novembre, si è presentata oggi davanti ai giudici del tribunale del riesame per chiedere la revoca dei domiciliari. "Ho sostenuto che non esistono motivi per cui venga confermata l'ordinanza di custodia, sia perché mancano i gravi indizi di colpevolezza sia perché non ci sono le condizioni per ritenere che Lara Comi possa reiterare i reati e quindi io ho chiesto al revoca dell'ordinanza", ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato Gian Piero Biancolella.

L'avvocato di Lara Comi: Accusatori non sono credibili

La difesa di Comi ha contestato le testimonianze di altri indagati, tra cui l'ex coordinatore varesino di Forza Italia Nino Caianiello, l'avvocato Maria Teresa Bergamaschi e il giornalista ed ex addetto stampa Andrea Aliverti. "Abbiamo dimostrato che le dichiarazioni rese sono contraddittorie e non credibili e questa è la ragione per cui avevamo chiesto il confronto con queste persone, purtroppo l'istanza non è stata accolta". Il collegio si è riservato e la decisione è attesa nei prossimi giorni, entro la fine della settimana. Intanto è di quest'oggi la notizia per la quale ci sarebbero altre somme di denaro incassati da Lara Comi in maniera illecita durante un periodo del suo mandato al Parlamento europeo: i soldi le sarebbero stati consegnati da una persona che svolgeva il ruolo di "terzo erogatore", incaricato di ricevere dall'Europarlamento gli stipendi mensili da versare ai collaboratori dell'allora eurodeputata.

L'inchiesta mensa dei poveri

L'arresto di Lara Comi è scattato dopo mesi di indagini nella maxi inchiesta ‘mensa dei poveri' coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia milanese, che ha portato alla luce un sistema di mazzette, nomine e appalti pilotati. Sono oltre cento le persone coinvolte. Como e gli altri indagati devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, truffa aggravata al Parlamento europeo, finanziamento illecito e false fatture. La difesa, nei giorni scorsi, aveva depositato anche alla Procura di Milano una richiesta di confronto con gli accusatori. In un recente verbale Caianiello ha confermato il quadro accusatorio nei confronti di Comi e dell'ex dg di Afol Metropolitana, Giuseppe Zingale, finito in carcere. Il 18 novembre Comi aveva risposto per quasi cinque ore alle domande del giudice per le indagini preliminari, Raffaella Mascarino.

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