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Tangenti Expo, tutti gli arrestati verso il patteggiamento

Greganti, Cattozzo, Frigerio e quasi tutti gli arrestati per l’inchiesta sulla presunta “cupola degli appalti”, che ha investito lo scorso maggio l’Expo, potrebbero chiedere il patteggiamento per i reati loro contestati. Unico a procedere con il rito ordinario potrebbe essere Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture lombarde.
A cura di Francesco Loiacono
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Potrebbe finire senza la celebrazione di neanche un processo lo scandalo che lo scorso maggio ha investito in pieno l'Expo 2015, facendo sospettare l'esistenza di una presunta "cupola degli appalti" che si spartiva i principali affari per opere legate all'Esposizione milanese ma anche ad altri ambiti, come la sanità milanese. Lo rivela il Corriere, spiegando il motivo: quasi tutti gli arrestati hanno chiesto alla Procura il rito alternativo del patteggiamento. Una strada che passa dalla definizione di una pena tra gli imputati e i pubblici ministeri Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, che dovrà poi essere ratificata, se ritenuta congrua, dal giudice per l'udienza preliminare Ambrogio Moccia. La scelta del patteggiamento presenta alcuni vantaggi: alleggerisce il carico giudiziario sul tribunale e consente in automatico una riduzione di un terzo della pena. In alcuni casi, come sembra poter essere per Primo Greganti, la via del patteggiamento potrebbe essere scelta per via delle condizioni di salute dell'ex "compagno G", che come all'epoca di Tangentopoli ha sempre continuato a negare ogni sua responsabilità.

Tangenti Expo, chi ha chiesto il patteggiamento

Oltre a Greganti, avrebbero chiesto il patteggiamento l'ex direttore acquisti di Expo, Angelo Paris, l'imprenditore Enrico Maltauro, l'ex segretario Udc ligure Sergio Cattozzo e dovrebbero chiederlo anche l'ex senatore Pdl Luigi Grillo e l'ex segretario regionale della Dc Gianstefano Frigerio, anche lui reduce dalla stagione di Tangentopoli e considerato il grande manovratore dietro la presunta "cupola". Le pene che potrebbero essere concordate, tutte intorno ai tre anni, variano a seconda della presenza o meno di risarcimenti, dall'incidenza delle attenuanti generiche, dal tipo di reati contestati agli imputati – che vanno dall'associazione a delinquere, alla turbativa d'asta e alla rivelazione di segreti d'ufficio – e del numero dei capi d'imputazione. L'unico a non aver chiesto il patteggiamento per lo scandalo Expo sembra essere l'ex direttore generale di Infrastrutture lombarde Antonio Giulio Rognoni, che aveva provato però già la strada del rito alternativo – richiesta respinta – per l'altro processo in cui è imputato, quello relativo alle accuse per turbative d'asta nell'assegnazione di alcuni servizi e consulenze proprio mentre dirigeva la partecipata di Regione Lombardia, per il quale era stato arrestato a marzo.

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