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Street food, a Milano cinquanta nuove proposte: dai piatti regionali ai cibi mediorientali

Il Comune di Milano ha concesso 50 nuovi permessi ad altrettanti operatori dello street food. Per i prossimi cinque anni, a bordo di mezzi rigorosamente ecologici, gli operatori potranno proporre a turisti e milanesi specialità tipiche regionali o piatti internazionali: dagli arancini ai gelati, dagli hot dog alle specialità mediorientali.
A cura di Francesco Loiacono
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Milano è sempre di più la città del "cibo di strada". Lo "street food", complici i ritmi di vita nel capoluogo lombardo, l'attenzione per le mode (anche culinarie) e la presenza sempre più massiccia di turisti da tutta Italia e tutto il mondo, è sempre più diffuso in città. Da adesso, poi, lo sarà ancora di più. Il Comune di Milano ha infatti assegnato 50 nuovi permessi per lo svolgimento dell'attività di vendita e somministrazione su aree pubbliche di cibi e bevande: 11 operatori hanno già partecipato alla fase di sperimentazione iniziale, mentre 39 sono nuovi.

Gli assegnatari dei permessi, a bordo di mezzi rigorosamente ecologici – tricicli o quadricicli con dimensione massima di 3,60 metri di lunghezza per 1,70 di larghezza, a pedali o con trazione assistita da un motore elettrico – per i prossimi cinque anni proporranno a milanesi e turisti le più autentiche e gustose ricette della tradizione gastronomica regionale italiana e internazionale nella zona del centro, a eccezione di alcuni assi viari interdetti.

Alcune delle proposte

Queste alcune delle proposte di street food che si potranno assaggiare a Milano.

  • “Mozzarella e Dintorni” che propone bruschette e altri prodotti tipici salentini;
  • “Da Nord a Sud”, che offre “fügasse” genovesi e arancini siciliani;
  • “Pop Dog”, che reinterpreta l'hot dog statunitense nelle varianti messicana, giapponese;
  • “Mignoneccellenze napoletane” con i classici dolci: sfogliatelle ricce e frolle, oltre a pastiere o capresi al cacao;
  • “Tira il piatto contro il muro”, una colorata apecar che propone specialità della tradizione mediorientale con ai fornelli una coppia di rifugiati politici siriani;
  • “Apemilia” che propone gnocco e tigelle accompagnate dai più conosciuti salumi emiliani;
  • “Sorry mama” che si ispira al classico piatto della domenica, le lasagne, nelle sue diverse varianti (anche vegane e vegetariane);
  • “Zibo cuochi itineranti” che propone tiramisù in tantissime declinazioni;
  • “Braciamoci”, che offre arrosticini e panini ideali per tutti gli amanti della carne lucana;
  • “PicoBrew”, che propone birre artigianali realizzate con materie prime del territorio milanese;
  • “Pestofino”, che propone i sapori e profumi del Tigullio, dalla pasta fresca alle salse per condire, da quella al basilico a quella alle noci;
  • “Gelateria Gorini”, che porterà in centro città i più tipici gusti preparati con ingredienti Dop e Igp come i pistacchi di Bronte, i limoni di Sorrento, lo zafferano de L’Aquila e le amarene brusche di Modena.

"Grazie a questa iniziativa abbiamo portato le tematiche proposte da Expo 2015 al centro del commercio itinerante, perché il cibo è sempre cultura e valorizzazione del territorio – ha spiegato l’assessore alle Politiche per il lavoro, attività produttive e commercio Cristina Tajani – Oggi lo street food rappresenta una modalità di consumo ampiamente diffusa nelle capitali europee e mondiali. Come Amministrazione abbiamo non solo favorito la scoperta dei gusti e dei sapori della nostra tradizione ma, soprattutto, sostenuto la nascita di nuove opportunità commerciali e occupazionali per i giovani”.

Come funziona l'attività di street food

Gli operatori potranno vendere le loro specialità in tutto il centro cittadino, a eccezione dell’asse viario compreso tra Piazza San Babila e il Castello Sforzesco (Via Beltrami, Largo Cairoli, Via Dante Alighieri, Piazza Cordusio, Via Mercanti, Piazza del Duomo, Corso Vittorio Emanuele II e Piazza San Carlo). I singoli mezzi possono sostare per un tempo massimo di due ore e devono rispettare una distanza minima di 250 metri da un operatore similare. Nei giorni in cui si svolgono mercati settimanali scoperti o fiere, l’attività di street food può essere svolta solo a una distanza minima di 500 metri dagli stessi. Per garantire la civile convivenza con la cittadinanza, gli operatori che necessitano di utilizzare olio bollente o griglie sono dotati di apposite cappe per l’abbattimento degli odori. I cinquanta operatori dovranno pagare al Comune un canone Cosap di circa 1.200 euro annui.

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