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Disastro ferroviario a Pioltello, nel Milanese

Chiuse le indagini sul treno deragliato a Pioltello: “Giunti rotti da tempo, Rfi non fece nulla”

I pubblici ministeri di Milano hanno chiuso le indagini sulla strage di Pioltello in cui morirono tre persone e decine rimasero ferite il 25 gennaio 2018. L’inchiesta per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose potrebbe portare al rinvio a giudizio di dodici persone: due manager e sette tra dipendenti e tecnici Rfi (Rete ferroviaria italiana), la stessa società, due ex vertici dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie sull’incidente ferroviario.
A cura di Redazione Milano
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"Nonostante i ripetuti e frequenti episodi di rotture" dei giunti "su tutto il territorio nazionale", Maurizio Gentile, in qualità di amministratore delegato di Rfi, non avrebbe provveduto "a dare disposizioni o direttive generali" perché fosse "assicurata la rapida sostituzione di tutte le parti ammalorate" o a "rischio rottura". Lo scrivono i pm nell'avviso di chiusura indagini disastro ferroviario di Pioltello, nel Milanese, in cui morirono tre persone e molte altre rimasero ferite a causa del deragliamento di un treno la mattina del 25 gennaio 2018. Si va ora verso il processo per dodici persone, tra cui anche la società Rfi.

Pioltello: chiuse le indagini, si va verso il processo per dodici persone

I pubblici ministeri di Milano hanno chiuso le indagini per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Le persone per cui dovrebbe essere chiesto il rinvio a giudizio sono due manager e sette tra dipendenti e tecnici Rfi (Rete ferroviaria italiana) e la stessa società. Coinvolti anche due ex vertici dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie sull'incidente ferroviario. Stralciata la posizione di due manager Trenord e della società, per cui dovrebbe essere chiesta l'archiviazione. In totale sono cento le "parti offese" che potrebbero costituirsi parte civile. Si tratta delle famiglie delle tre donne che hanno perso la vita e dei 97 feriti gravi e lievi, con traumi fisici o psicologici.

Tra le accuse disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni

L'inchiesta della polizia ferroviaria è stata coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, e dai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti. Rfi è indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Stando a quanto emerso dalle relazioni tecniche, il deragliamento del treno sarebbe stato causato da uno spezzone di rotaia di 23 centimetri che si è fratturato. Un danno "generato da condizioni di insufficiente manutenzione" nel cosiddetto ‘punto zero'. Quello in cui il convoglio è uscito dai binari dando il via all'incidente. Agli indagati viene contestata la mancata sostituzione del giunto. Il problema, secondo gli investigatori, era noto da almeno undici mesi.  Propri i ritardi nella manutenzione avrebbero portato all'ammaloramento del giunto e poi al cedimento finale. Già nei primi giorni dopo la tragedia era emerso che nel ‘punto zero' era stata messa una tavoletta di legno sotto il giunto per tamponare il problema.

L'accusa: Rfi non garantì la sicurezza

I dirigenti di Rfi avrebbero omesso "di mettere a disposizione dei lavoratori di Trenord srl e di tutti i viaggiatori" presenti sui treni che percorrevano la linea interessata "attrezzature idonee ai fini della sicurezza". In questo modo l'azienda non avrebbe garantito"che l'infrastruttura fosse mantenuta in buono stato di efficienza per la sicura circolazione dei treni".

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