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Strage di piazza della Loggia a Brescia, Mattarella: “La democrazia è stata più forte”

Il 28 maggio del 1974 otto persone morivano e oltre centro rimanevano ferite a Brescia a causa dell’esplosione di una bomba piazzata da esponenti dell’organizzazione neofascista Ordine nuovo durante un comizio antifascista. Nel 45esimo anniversario della strage di piazza della Loggia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare così quanto accaduto: “Le innocenti vite spezzate quella mattina del 28 maggio 1974, lo strazio dei familiari, il dolore dei feriti, l’oltraggio inferto a Brescia e all’intera comunità nazionale dai terroristi assassini sono parte della memoria indelebile della Repubblica”.
A cura di Francesco Loiacono
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Sono passati 45 anni dal 28 maggio del 1974, quando a Brescia, in una strage di matrice neofascista morirono otto persone e oltre centro rimasero ferite. In occasione del 45esimo anniversario della strage di piazza della Loggia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare così quanto accaduto: "Le innocenti vite spezzate quella mattina del 28 maggio 1974, lo strazio dei familiari, il dolore dei feriti, l’oltraggio inferto a Brescia e all’intera comunità nazionale dai terroristi assassini sono parte della memoria indelebile della Repubblica. In questa giornata di anniversario – prosegue la nota del Capo dello Stato – si rinnovano i sentimenti di solidarietà di tutti gli italiani, e con essi desidero esprimere la mia vicinanza a coloro che più hanno sofferto e a quanti hanno contribuito negli anni a quella straordinaria reazione civile e democratica, che ha fatto fallire la strategia eversiva".

Mattarella: La democrazia è stata più forte

Secondo Mattarella "con l’attentato alla manifestazione antifascista organizzata dai sindacati, i terroristi volevano seminare paura per comprimere le libertà politiche. Una catena eversiva legava la strage di Piazza della Loggia ad altri tragici eventi di quegli anni". Ma, come sottolinea il Capo dello Stato, "la democrazia è stata più forte e ha sconfitto chi voleva violarla. L’impegno di uomini dello Stato e il sostegno popolare hanno consentito di portare a compimento il percorso giudiziario. Particolare gratitudine va espressa all’Associazione dei Familiari delle vittime, la quale è riuscita sempre ad animare, anche in momenti difficili, memoria attiva, partecipazione responsabile, impegno per la verità".

La strage e le vittime

A causare la strage di piazza della Loggia fu una bomba piazzata in un cestino dei rifiuti che esplose pochi minuti dopo le 10 del mattino, alle 10.12, durante un comizio antifascista. Otto le persone che persero la vita nell'esplosione dell'ordigno: la 34enne Giulietta Banzi Bazoli, la 32enne Livia Bottardi Milani, il 25enne Luigi Pinto, il 37enne Alberto Trebeschi e la 31enne Clementina Calzari Trebeschi, tutti e cinque insegnanti, gli operai Bartolomeo Talenti e Vittorio Zambarda, di 56 e 60 anni, e il 69enne pensionato ed ex partigiano Euplo Natali. Centodue le persone che rimasero ferite.

Dopo una lunghissima vicenda giudiziaria la strage di piazza della Loggia, a differenza di altri episodi analoghi che hanno costellato la recente storia d'Italia e soprattutto il periodo della "strategia della tensione", ha dei colpevoli anche per la giustizia italiana. L'ultimo atto della vicenda giudiziaria è datato 20 giugno 2017, quando la Corte di Cassazione ha confermato le condanne all'ergastolo per Carlo Maria Maggi, ritenuto uno dei mandanti della strage, e Maurizio Tramonte, ritenuto uno degli esecutori materiali della strage. I nomi di Maggi, ex leader dell'organizzazione neofascista Ordine nuovo (deceduto nel 2018 all'età di 84 anni), e di Tramonte, ex informatore dei servizi segreti conosciuto come "fonte Trifone", si aggiungono a quelli degli altri ordinovisti coinvolti nella strage: Carlo Digilio, Ermanno Buzzi e Marcello Soffiati.

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