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Stilista impiccata a Milano, proseguono le indagini: il fidanzato non risponde

Proseguono le indagini sulla morte di Carlotta Benusiglio, la stilista 37enne trovata impiccata all’alba del 31 maggio dell’anno scorso in piazza Napoli, a Milano. Il fascicolo è passato a un nuovo pubblico ministero che ha riascoltato il fidanzato della stilista: l’uomo, che sarebbe l’ultimo ad aver visto in vita Carlotta, non ha risposto alle domande del magistrato.
A cura di Francesco Loiacono
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Proseguono le indagini sulla morte di Carlotta Benusiglio, la stilista 37enne trovata impiccata all'alba del 31 maggio dell'anno scorso in piazza Napoli, a Milano. Il fascicolo (aperto contro ignoti per istigazione al suicidio) è passato di mano dal pubblico ministero Antonio Cristillo a un nuovo pm, Gianfranco Gallo. Mentre il primo aveva fatto richiesta di archiviazione al giudice per le indagini preliminari (richiesta alla quale la famiglia della stilista si era opposta), il nuovo magistrato titolare delle indagini ha ordinato nuovi approfondimenti, che hanno portato il mese scorso ad ascoltare di nuovo il fidanzato della donna: l'uomo, che già in altre due occasioni aveva risposto agli inquirenti, si è avvalso della facoltà di non rispondere, come riporta il quotidiano "La Repubblica". Un silenzio che secondo la famiglia di Carlotta, da sempre contraria all'ipotesi del suicidio, si inserisce nelle tante cose che non quadrerebbero nella vicenda della morte della 37enne.

Il punto sulle indagini

Cosa si sa al momento? Nella richiesta di archiviazione presentata lo scorso ottobre sono contenuti gli elementi che secondo la procura sono emersi finora. Ossia, l'assenza di tracce che indicherebbero con certezza la presenza di terze persone assieme a Carlotta al momento della morte, che sarebbe avvenuta per "asfissia meccanica da impiccamento", come indicato dal referto dell'autopsia. Una formula che non esclude però del tutto la presenza di altre persone al momento del decesso. Così come non hanno chiarito del tutto questo elemento cruciale nel caso né le analisi delle telecamere di videosorveglianza presenti nella piazza né le testimonianze di alcuni tassisti che hanno ricostruito gli spostamenti del fidanzato di Carlotta: sarebbe lui, con cui la 37enne aveva un rapporto burrascoso (in passato avrebbe subito anche lesioni e stalking dall'uomo, indagato per questo motivo), l'ultimo ad aver visto in vita la stilista. Dopo una serata durante la quale i due avevano bevuto molto, l'avrebbe accompagnata fino a casa, per poi però tornare con un taxi. A quel punto, una delle ipotesi è che Carlotta, senza le chiavi di casa che aveva dimenticato nell'auto del fidanzato e in preda allo sconforto, si sia impiccata con la propria sciarpa, legandola a un albero.

Le ipotesi: istigazione al suicidio o gioco erotico finito male

Si tratta però appunto solo di un'ipotesi. Secondo i legali della famiglia della vittima, Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, c'è un'altra ipotesi oltre a quella di istigazione al suicidio sulla quale ha invece lavorato la procura: un gioco erotico estremo finito male. In questo caso l'ipotesi di reato sarebbe quella di omissione di soccorso. Ad avvalorare questa seconda ipotesi ci sarebbero le tracce di sperma ritrovate sui vestiti di Carlotta e il fatto che alcuni suoi indumenti fossero indossati in maniera strana: gli slip troppo alti sulla vita e i pantaloncini con la cerniera abbassata.

Il nuovo pm ha dunque deciso di effettuare ulteriori accertamenti per cercare di capire se possano emergere elementi interessanti, che possano portare a una richiesta diversa da quella dell'archiviazione: il termine delle indagini è fissato per maggio. Altri due mesi di speranza da parte dei famigliari di Carlotta, che confidano di poter lenire in parte il dolore per l'improvvisa perdita della 37enne con la verità su quanto accaduto alla loro cara.

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