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Stilista trovata impiccata a Milano, l’inchiesta verso l’archiviazione

Gli inquirenti che indagano sulla morte di Carlotta Benusiglio, la stilista 37enne trovata impiccata a Milano all’alba dello scorso 31 maggio, potrebbero chiedere presto l’archiviazione dell’inchiesta aperta per istigazione al suicidio. Probabile che la famiglia della donna, che non ha mai creduto al suicidio, si opponga e chieda una proroga delle indagini.
A cura di F.L.
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Potrebbe finire con una richiesta di archiviazione l'inchiesta sulla morte della stilista Carlotta Benusiglio, trovata impiccata in piazza Napoli a Milano all'alba dello scorso 31 maggio. È quanto, secondo indiscrezioni che trapelano da ambienti investigativi, potrebbero chiedere nei prossimi giorni gli inquirenti. Le consulenze fin qui svolte hanno rivelato come la donna, 37 anni, sia morta per soffocamento dovuto a impiccagione, senza altri segni di violenza. Ma il suicidio è una tesi che la famiglia di Carlotta, rappresentata dall'avvocato Gian Luigi Tizzoni, ha sempre respinto.

Carlotta fu trovata impiccata con la sua sciarpa a un albero dopo una serata molto alcolica e travagliata trascorsa con il suo fidanzato. L'uomo, malvisto dalla famiglia di Carlotta e che lei stessa aveva più volte denunciato per maltrattamenti, è stato ascoltato più volte dagli inquirenti. Lo scorso luglio si è anche sottoposto a un prelievo di Dna. Non sarebbero però emerse finora contraddizioni nei suoi racconti, né sue responsabilità nella morte di Carlotta. Ecco perché i magistrati che indagano per istigazione al suicidio (a carico di ignoti) potrebbero presto inoltrare al giudice per le indagini preliminari la richiesta di archiviazione. Probabile però che i familiari della stilista si opporranno all'istanza, chiedendo una proroga delle indagini.

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